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Meno social, più calcio: il grido degli allenatori da Gattuso a Spalletti. Guardiola vietò…

Redazione1908

«Bisogna mettere a fuoco che queste situazioni qua non si risolvono con le chat, con i video e con i like, ma stando insieme, parlando e con contatti reali. Se ci si inizia a comportare secondo logica, seguendo un ragionamento corretto, Mauro rientrerà al 100 per cento». Con queste parole Luciano Spalletti illustrava a febbraio l'unica via possibile per risolvere il caso Icardi e recuperare l'attaccante argentino. Ma Spalletti non ha dovuto gestire solo le vicende legate all'ex capitano: a inizio campionato il padre di Lautaro Martinez lo aveva offeso su Twitter per lo scarso impiego del figlio in campo. Caso rientrato subito con le scuse dell'argentino. Spalletti aveva poi raccontato: "Ho parlato con lui, normale che certe parole si prendano in considerazione. E' importante che Lautaro si renda conto che suo papà facendo queste dichiarazioni attacca l'Inter, non me. Così crea problemi al figlio, danneggia la sua immagine e il suo rapporto con i compagni di squadra. Per diventare un top player devi saper gestire te stesso e quelli che ti stanno intorno, è giusto che tu ti faccia sentire anche con i familiari. I grandi club a livello europeo stanno attenti a non avere situazioni del genere".  Ma per Spalletti c'è anche del buono nei social (lui stesso ha un account Instagram che utilizza con parsimonia). Il tecnico dell’Inter ha ricondiviso, sul proprio profilo Instagram, un post pubblicato da Andrea Ranocchia nel post di Inter-Benevento (Ranocchia aveva scritto: "Che sia un minuto, un tempo, una partita o 10, è sempre bellissimo giocare per questa squadra e con questi ragazzi!"), corredato da una didascalia piuttosto eloquente: “Questo è un messaggio di chi si chiede costantemente cosa può fare lui per l’Inter e non cosa deve fare l’Inter per lui“.

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