Massimo Moratti, intervistato da Inter Channel in occasione della prima del film-documentario dedicato ad Javier Zanetti, ha parlato del rapporto con il vicepresidente nerazzurro.
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Moratti: “JZ resta Il Capitano. Clan asado? Motore Inter, tutti seri. Gli altri…”
Massimo Moratti, intervistato da Inter Channel in occasione della prima del film-documentario dedicato ad Javier Zanetti, ha parlato del rapporto con il vicepresidente nerazzurro. “Film? Mi sembrava fosse giusto farlo, naturale farlo,...
"Film? Mi sembrava fosse giusto farlo, naturale farlo, Zanetti è una parte importante della storia dell'Inter, il merito non è solo mio, lo abbiamo fatto come team condividendo sentimenti di gioia. Lui è parte della storia dell'Inter, è bene ricordarlo. Rapporto con Javier? E' serio, simpatico, aveva le doti che immaginavo quando l'ho preso, c'era in lui qualcosa di strano e creativo in un fisico forte. Sempre leale, affettuoso, di grande lealtà con la famiglia, i tifosi, la società. E' eterno per l'Inter, va oltre il periodo di gioco in una squadra. Leggenda? Capita a chi vince molto, a lui è capitato non solo perché ha vinto molto, ma perché ha avuto questa continuità e questo rapporto speciale con il pubblico. E' ancora il Capitano? E' anche un'abitudine, ma è il capitano per antonomasia", le sue parole.
Sul palcio il presidente onorario ha detto: "Zanetti dà idea di continuità, io non ho mai pensato io di abbandonare, ma di trovare l'organizzazione migliore per la società, come quando ho scelto di mettere Facchetti presidente ed è stata un'ottima idea.
Giocatori sudamericani? Solitamente lì si trovano giocatori migliori a differenza di qualcuno come Baggio che se li mangia tutti. Gli argentini hanno avuto un'importanza notevole, hanno fatto gruppo, veniva visto come qualcosa di pericoloso, ma sono stati il motore dell'Inter che ha vinto tanto, per la grande serietà che hanno portato. Sono stati seguiti da tutti, compresi i brasiliani. Ho avuto la fortuna di avere ragazzi simpatici e bravissimi che hanno permesso di raggiungere tutti quei risultati. Zanetti è sempre allegro nei suoi eventi, da capitano invece è serissimo. Queste due cose ti conquistano. Quando l'ho visto piangere a Madrid è stata una bellissima cosa, è anche una prova di coraggio".
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