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Moriero: “Ronaldo e Simoni, vi racconto quell’Inter del ’98. Conte sbranerà la Juve, Icardi…”

Matteo Pifferi

ICARDI - "Se la società decide che Icardi deve rimanere, il tifoso interista tiferà per Icardi. Non so cosa sia successo, Conte è rigido sulle regole, delle regole fa la sua forza. Chi arriverà all'Inter sa a cosa va incontro. Antonio si è sempre comportato così da calciatore e lo fa anche da allenatore, è l'allenatore ideale per l'Inter per vincere".

NAINGGOLAN - "Anche io fumavo, non è quello il problema. Quando si indossa una maglia del genere, è una maglia che pesa. Non tutti possono indossarla, la dirigenza nuova farà acquisti nuovi, abbiamo sofferto un po' di anni e dobbiamo tornare a vincere, i problemi saranno per gli altri. Quando c'ero io, c'erano tanti ragazzi come Pirlo, Ventura, Cauet, Ze Elias che magari non si vedeva ma pedalava, metteva il cuore, abbiamo vinto una Coppa UEFA, era una squadra allegra. Bergomi era uno che appena sentiva l'inno piangeva, appena si entrava nel pullman era quello concentrato, noi eravamo una banda di matti, andavamo con allegria. Eravamo un gruppo fortissimo, prima della Lazio andammo cantando. Rimasi in panchina all'inizio e dissi al mister "T''ho fatto 10 gol e non mi fai giocare. Mi dice: "Checco, capirai". Stiamo vincendo, lui mi dice "Checco, vai a far far gol a Ronaldo". Entro, e lo faccio. Lui fa prendere una distorsione al ginocchio a Marchegiani, era un'Inter di veri uomini, è da lì che bisogna partire. Prima l'uomo e poi il calciatore, anche Moratti lo dice che quell'Inter gli è rimasta nel cuore. Ci chiamava sempre, è stato un grandissimo presidente e persona".

QUALE GIOCATORE E' PARAGONABILE A MORIERO? - "Nessuno, ognuno ha le proprie caratteristiche. Non si possono paragonare Baggio e Totti".

PINAMONTI - "E' un giocatore importante ma ci sono tanti altri in Serie B o Lega Pro. E' arrivato il momento, lo ha dimostrato Mancini o Di Francesco facendo giocare un ragazzino su cui nessuno puntava, di credere nei nostri ragazzi. Far crescere un ragazzo può far bene o far male, in Italia si chiede sempre il risultato. Per vincere, purtroppo, un allenatore sceglie giocatori già affermati".

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