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Murillo: “Lo scudetto è un dovere. I miei compagni fanno paura e con Miranda…”

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport propone una lunga intervista a Jeison Murillo. Il difensore colombiano parla di presente e passato e non mostra alcuna paura nel nominare la parola scudetto che, a suo dire, è per l’Inter...

Alessandro De Felice

L'edizione odierna della GazzettadelloSport propone una lunga intervista a JeisonMurillo. Il difensore colombiano parla di presente e passato e non mostra alcuna paura nel nominare la parola scudetto che, a suo dire, è per l'Inter un vero e proprio dovere. Queste le parole del difensore nerazzurro: 

"Credo di essere molto più maturo dei miei 23 anni, sono il sesto di sei figli, sono cresciuto all’interno di una famiglia splendida ed umile, ho capito molte cose ed è per questo che sono tranquillo. Poi in campo mi trasformo perché quando sei dentro la battaglia, la testa cambia, divento un guerriero perché bisogna lottare e guadagnarsi tutto".

INTERCAMPUS- Murillo ritorna al passato e ricorda i campi di periferia in cui è cresciuto e quando da piccolo, per uno strano scherzo del destino, si è ritrovato addosso la maglia che avrebbe poi indossato da adulto: "Il destino... Quella prima squadra del mio paese si chiamava Andresanin e divenne partner del progetto InterCampus, che porta calcio e aiuto ai bambini nel mondo. Un giorno arrivarono con un mare di regali e foto autografate. Io volevo quella di IvanRamiroCordoba perché era l’idolo della mia mamma e di tutti in Colombia. Ricordo che faceva caldo, ma regalavano maglie a maniche lunghe ed io la indossavo da mattina a sera e quanto sudavo…

COPPIADIFENSIVA - Immancabile un riferimento al suo compagno di mille battaglie, quel Joao Miranda con cui forma una coppia quasi imperforabile: "Ci troviamo come se fossimo insieme da sempre, forse perché veniamo dallo stesso campionato, da due squadre robuste e forti. C’è anche esperienza tattica, collaborazione comunicazione e poi ci capiamo al volo. Parliamo molto tra noi due ed anche con Handanovic che ci urla le cose in italiano. Anche Miranda sembra molto timido e, come me, si trasforma in campo. Non ha paura di nulla, gioca da leader".

LEADERSHIP -  Quella che si chiama la forza del gruppo. Murillo ne spiega con efficienza il significato, facendo intendere che all'Inter regna il tutti per uno e uno per tutti: "Siamo una squadra nuova, ma c’è gente con grande personalità e c’è unione. Se sai di avere compagni forti fisicamente, con tanta personalità e che fanno paura, allora vieni contagiato. Succede a tutti noi, questa è l’Inter, questa è la nostra forza".

MANCINI - E molto del merito di questo primato momentaneo va sicuramente attribuito al comandante, al tecnico che guida la nave dalla panchina: "Il mister è uno che da tranquillità, sa guidare la squadra e va seguito. La sua esperienza è per noi una garanzia. In ogni senso. A cosa penso quando dicono che l’Inter gioca male? Penso al primo posto. Poi bisogna capire le cose che non vanno, migliorarsi, acchiappare il momento ed anche il risultato. Nel calcio è questo ciò che conta".

VOCIDIMERCATO - E come spesso accade, ad ottime prestazioni segue sempre l'accostamento a grandissime squadre. Così per Murillo si è parlato di RealMadrid e Liverpool, ecco cosa ne pensa lui: "É bello che si dicano certe cosen nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli. Ma io sono un professionista, rispetto la mia maglia fino all’ultima goccia di sudore. 

IDOLIEACCOSTAMENTI - É un grande onore essere accostati a calciatori di valore come Samuel o Cordoba, ma adesso è arrivato il momento di essere Murillo. ThiagoSilva è un riferimento, ci siamo incontrati già altre volte, ma mai come questa volta a Doha abbiamo avuto modo di parlare. Mi ha fatto i complimenti per il mio lavoro, mi ha incoraggiato e alla fine ci siamo scambiati la maglia

OBIETTIVOSCUDETTO - E la chiusura è tutta sull'obiettivo stagionale. Senza paura o timore reverenziale, con petto gonfio e voce sicura. Murillo non teme affatto la parola scudetto e parla da vero leader: "Per l’Inter è un dovere pronunciare questa parola. La lotta con la Juventus? Noi dobbiamo pensare solo a noi stessi".