Lezione di equilibrismo. Gli interisti sono esperti, su un filo sospeso hanno camminato per anni, fino alla vittoria di una tripletta storica che se a qualcuno è sembrata una certezza solo adesso ha capito quanto si sbagliava. Perché l'avessero vinta gli altri verrebbe ricordata anche e soprattutto in un momento così complicato: nelle giornate di bufera i dolci ricordi potrebbero aiutare ad avere fiducia. Ma non quando si tratta dell'Inter. Gli ultimi anni di trionfo sono stati cancellati con una spugna: è bastata la partenza di Mourinho, come un fulmine a ciel sereno, per mettere tutto in discussione.
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Nel momento no dell’Inter anche i tifosi, numeri alla mano, non sono più gli stessi…
Lezione di equilibrismo. Gli interisti sono esperti, su un filo sospeso hanno camminato per anni, fino alla vittoria di una tripletta storica che se a qualcuno è sembrata una certezza solo adesso ha capito quanto si sbagliava. Perché...
PUNTO E A CAPO - Dopo gli addii di Benitez e Leonardo, ci si ritrova di nuovo in piena tempesta. Le responsabilità sono divise: c'è chi le assegna all'allenatore e al suo modulo (che ha cambiato, ma a cosa è servito?), chi le dà ai calciatori (troppo stanchi, troppo vecchi, troppo poco vogliosi) e chi non può fare a meno di prendersela con la società (perché scegliere Gasp se usa un modulo non adatto alla squadra? Perché vendere Eto'o a pochi spiccioli? Perché Forlan non gioca in Champions? Perché Zarate e Alvarez?).
LA LONTANANZA E' COME IL VENTO - Il mare nerazzurro è agitato, forse troppo per sopportarlo dopo giornate di calma piatta. Ma esistono numeri che raccontano la 'lontananza' dei tifosi interisti dallo stadio. Alla partita contro 'quelli di Trebisonda' hanno assistito 24.444 persone (e molti di loro non si sentivano, erano in sciopero contro lo sciopero). Su sedici posti disponibili, nella classifica della prima giornata di Champions il pubblico del Meazza si classifica all'undicesimo posto. (Per intenderci c'era meno gente solo a Nicosia, Vila-Real, Praga, Lilla e Genk).
D'accordo il Trabzonspor, con quel nome impronunciabile, non prometteva uno spettacolo d'altri tempi, ma era l'esordio nella Coppa che più conta in Europa e l'Inter è ancora la squadra Campione del Mondo. C'era una 'batosta' a cui rispondere, quella di Palermo non era stata una grande partita, ma i ragazzi di Gasperini erano rimasti 'dentro' e sopra al solito filo almeno fino al 92'.
CONFRONTI- La Gazzetta dello Sport di stamattina non può che mettere in evidenza anche questo dato: "Oltre a quella sul campo - scrive il quotidiano - l'Inter ha perso la partita degli spettatori. Tutte le grandi d’Europa che giocavano in casa hanno battuto i nerazzurri. Il Barcellona ha contato 89.861 paganti, il Chelsea ne ha visti 33mila in uno stadio che ne contiene al massimo 42mila".
Si, è un momento difficile. L'Inter è ancora in bilico e fa difficoltà a trovare la rotta giusta verso 'l'isola che non c'è'. Non è la prima volta che succede, ma mentre Lei camminava su quel filo erano proprio i tifosi nerazzurri a fare da rete di protezione, a fare da guida, da faro, verso quella che i marinai chiamano 'terra'. Non sarà troppo presto per spegnere la luce?
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