Brutta sconfitta per l'Inter in casa dello Spezia, ma non c'è tempo per leccarsi le ferite. I nerazzurri devono subito rialzare la testa, martedì c'è il ritorno degli ottavi di Champions col Porto, la gara più importante di tutte.
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Inter, i numeri certificano la crisi del rapporto con Inzaghi. Dirigenza via dal Picco delusa
"Stavolta non c’è scusa, non c’è alibi che tenga. Stavolta no, non si può sopportare. E, stavolta, il popolo nerazzurro non ha voluto sentire ragione. L’Inter torna da La Spezia con le ossa rotte e il morale sotto terra. E alle disgrazie di campo adesso si aggiunge la contestazione dei tifosi, impossibile da biasimare. Cinque minuti di fischi e cori, di invito a tirare fuori gli attributi, perché adesso è chiaro che così non si va da nessuna parte. Ottava sconfitta in campionato su 26 partite, 24 gol presi lontani da San Siro: non sono numeri accettabili da una squadra partita con l’ambizione di riprendersi lo scudetto strappatogli dal petto dai cugini milanisti", analizza La Gazzetta dello Sport.
"E invece sono numeri reali, che certificano – probabilmente – la crisi di un rapporto, quello tra Simone Inzaghi e l’Inter. Martedì sera serve ben altro per uscire indenni dal Dragao di Oporto e con un biglietto per i quarti di Champions. Ma anche se dovesse accadere, non avrebbe la forza di cancellare un 2023 deludente della sua Inter, che ieri non ha sbagliato l’approccio come altre volte, ma ha perso l’ennesima occasione per dimostrarsi guarita. E invece ora si fa durissima anche per la corsa Champions. Domenica al Meazza arriva la Juve a chiudere una settimana che potrebbe segnare definitivamente l’era Inzaghi in nerazzurro. Almeno che la sua Inter non riesca a tirare fuori gli attributi tanto cari ai tifosi, come ultimo moto di orgoglio".
"Ieri a La Spezia c’era la dirigenza al completo in tribuna, a eccezione del presidente Zhang. E le facce di Marotta, Ausilio, Baccin, Zanetti, non riuscivano a mascherare la delusione per l’ennesima occasione fallita. Simone ha provato pure a cambiare qualcosa, stravolgendo sistemi trasportato più dalla disperazione che dalla ragione. A Oporto, questo non potrà accadere. A Oporto, non ci sarà un’altra possibilità", spiega Gazzetta.
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