Rodrigo Palacio, intervistato da Il Corriere dello Sport, ha lanciato la sua personalissima sfida alla Juventus:
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Palacio: “Juve, arrivi al momento giusto. Quando mi cercò la Roma…”
Rodrigo Palacio, intervistato da Il Corriere dello Sport, ha lanciato la sua personalissima sfida alla Juventus: Palacio, nelle 4 partite che ha giocato dopo l’infortunio ha segnato 3 gol e servito 2 assist. Si aspettava di essere così decisivo...
Palacio, nelle 4 partite che ha giocato dopo l’infortunio ha segnato 3 gol e servito 2 assist. Si aspettava di essere così decisivo al suo ritorno in campo?
«Non so se sono stato decisivo, ma sono contento di aver superato l’infortunio e di aver aiutato l’Inter. Ho disputato buone partite, proprio come volevo, ma il merito è soprattutto della squadra che mi ha aiutato».
Mercoledì contro la Sampdoria ha sfatato anche un tabù: lei ai blucerchiati non aveva mai segnato.
«Il gol per un attaccante è importante e dà fiducia. Cassano mi ha servito una grande palla e non potevo sbagliare».
A proposito di Cassano, anche lei è una “vittima” dei suoi scherzi? Non è che Fantantonio punta a tagliarle il codino?
(Ride) «No la trenza non si tocca, ma Antonio è molto divertente e scherza con tutti. In campo poi fa grandi numeri ed è uno spettacolo».
Quando ha iniziato a far crescere il suo codino?
«Qualche anno fa avevo i capelli lunghi. Un giorno ho deciso di farli corti e mi sono lasciato questa trenza che da allora è sempre con me. Non voglio tagliarla sennò magari finisco come... Sansone che perse la sua forza tagliando i capelli (ride di nuovo, ndi)»
Non la taglierà neppure in caso di scudetto?
«No, no, dai... La trenza non si tocca. Magari farò un altro voto, ma il mio codino non si tocca».
Secondo lei l’Inter è l’anti Juventus nella corsa al tricolore?
«Se continuiamo così, possiamo competere per lo scudetto, ma non dobbiamo smettere di lavorare e di andare in campo con questa umiltà. La nostra forza è che diamo sempre il massimo e giochiamo con fiducia tutte le partite».
Sperava di arrivare allo scontro diretto di domani a -2 e non a -4?
«L’importante era battere la Sampdoria e ci siamo riusciti. Perdere contatto dalla Juve sarebbe stato brutto e lo abbiamo evitato con una grande ripresa».
In tre partite contro i bianconeri finora lei non ha mai vinto né segnato. E’ arrivato il momento giusto per entrambe le cose?
«Speriamo di sì anche se è importante soprattutto che l’Inter vinca. Sembra una frase fatta, ma è la verità: la squadra per me viene prima di tutto».
E se le chiediamo di scegliere tra un assist per un compagno e una rete da segnare cosa risponde?
«Beh, io sono un attaccante. Se posso scelgo sempre un gol».
Lei, Milito e Cassano siete tutti a quota 5 reti: chi sarà il bomber nerazzurro a fine stagione?
«Diego, senza dubbio. Ha ripreso a segnare e per noi è importante».
I giornali parlano di tridente interista da sogno...
«In campo ci cerchiamo sempre, proviamo la giocata e cerchiamo anche di aiutare la squadra in fase di non possesso. Per ora le cose stanno andando bene e speriamo di continuare così».
Il tridente nerazzurro che ha steso la Sampdoria si vedrà anche allo Juventus Stadium?
«Difficile rispondere. Questa è una domanda per Stramaccioni».
Mettiamola così: l’Inter può reggere il peso del tridente sul campo della Juve?
«Penso di sì anche se una squadra forte come la Juve non l’abbiamo ancora affrontata. Dovremo stare ancora più attenti del solito e se io dovrò correre molto in fase difensiva per chiudere gli spazi, nessun problema».
Se Stramaccioni gli chiederà di marcare Pirlo cosa risponderà?
«Mi è già capitato lo scorso anno nello 0-0 al Ferraris, nel match di ritorno. Io giocavo alle spalle di Gilardino: quanto ho corso...».
E’ Pirlo il giocatore chiave dei bianconeri?
«Sì, è quello che fa girare tutta la squadra, la mente della Juventus. Se lo lasci giocare, cambia la partita e ti ammazza».
La Juve però non è solo Pirlo, giusto?
«Naturalmente no. E’ tutta la squadra che va temuta: giocano a memoria, hanno esterni forti, corrono molto e se non perdono in campionato da 49 partite, un motivo ci sarà, no?».
L’Inter può interrompere l’imbattibilità della Juventus?
Per noi questa partita arriva al momento giusto: siamo reduci da 8 successi di fila e vogliamo vincere anche a Torino. Andremo là per ottenere questo risultato. Certo, sappiamo bene che i bianconeri sono forti e che conquistare i tre punti allo Juventus Stadium non sarà facile, ma noi ci proveremo. Crediamo nelle nostre possibilità di vincere».
Che atmosfera si aspetta?
«Uno stadio pieno con tanta gente perché il derby d’Italia è molto sentito. L’importante è che il clima sia sereno e che lo spettacolo sia all’altezza delle aspettative».
La Juventus non sentirà l’assenza di Conte in panchina?
«Non credo. Ormai i bianconeri si sono abituati e i risultati lo dimostrano».
E’ vero che in passato la Juve l’ha cercata?
«Io non ho mai sentito direttamente questa voce anche se i giornali lo hanno scritto».
La scorsa estate prima di firmare per l’Inter quanto è stato vicino alla Roma e al Napoli?
«Il Napoli si è interessato all'ultimo momento, mentre la Roma ha premuto molto. La vera scelta è stata tra il club giallorosso e l’Inter, ma io non ho avuto dubbi nel preferire la maglia nerazzurra».
Nella sua decisione ha influito la colonia argentina presente alla Pinetina?
«Giocare con tanti connazionali mi piace, ma qui all’Inter è il gruppo ad essere unito e ho un buon rapporto con tutti. I più esperti danno l’esempio, gli altri lo seguono».
Quanto è diverso vivere a Milano rispetto a Genova?
«Un po’, ma qui sono contento e mi sento già a casa».
Segue ancora il campionato argentino?
«Ogni partita del Boca, la mia squadra del cuore».
Chi è il talento argentino da acquistare?
«Sanchez Min˜o del Boca: è un centrocampista con grandi qualità».
All’Inter ultimamente è stato accostato Funes Mori del River Plate.
«Sta dimostrando di essere bravo e poi è giovane: ha ottimi margini di miglioramento».
Il più forte di tutti rimane Messi?
«Senza dubbio. E’ il numero uno in circolazione e lo dimostra ogni fine settimana».
E’ vero che poteva diventare suo compagno nel Barcellona?
«C’erano voci a riguardo, ma ormai è passato così tanto tempo...».
In Italia tra i suoi connazionali è definitivamente esploso Lamela.
«Per me non è una sorpresa perché il talento lo ha sempre avuto. Si è adattato alla Serie A ed è migliorato parecchio».
Lei quanti progressi ha fatto dal suo arrivo in Italia?
«Tantissimi. Prima mi occupavo solo della fase offensiva, mentre Gasperini al Genoa mi ha insegnato anche a difendere. Tatticamente sono cresciuto».
Che effetto le fa avere un allenatore giovane come Stramaccioni?
«Non guardo la sua età anche se in effetti è la prima volta che ho un tecnico così giovane. Sta dimostrando di essere intelligente e durante la settimana lavora alla grande, preparandoci sui punti deboli degli avversari».
Stramaccioni e la società non parlano di obiettivi, ma dicono che qualificarsi per la prossima Champions è necessario. Lei firmerebbe adesso per il terzo posto?
«No, non firmo. Sono ambizioso».
Allora pensa che sia possibile strappare lo scudetto alla Juventus?
«La Juve rimane favorita, ma noi vogliamo darle noia fino all’ultima giornata».
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