Il processo di trasformazione in esterno a tutto fascia di Ivan Perisic ha toccato il suo apice in questa stagione: il croato, dopo aver accettato questo nuovo ruolo sotto la gestione Conte, con Inzaghi ha compiuto il definitivo salto di qualità, affermandosi come uno dei migliori laterali della Serie A e non solo. Elemento imprescindibile, spina nel fianco degli avversari quando attacca e aiuto prezioso per i compagni in fase difensiva. Un "campione operaio", tanto che La Gazzetta dello Sport scomoda un paragone importante: "L'Inter ha grandi lavoratori e non vuole lasciare l'opera e metà. Un simbolo come Tonali? La centralità di Brozovic è nota; l'inesauribilità di «Duracell» Barella pure. Ma come simbolo d'applicazione scegliamo Perisic, lavoratore a tutta fascia, uno da straordinari, che Conte lasciò partire (Bayern Monaco) e poi ha ripreso alternandolo con terzini protettivi. Inzaghi ne ha fatto una spina offensiva insostituibile che difende sulla linea di fondo: l'Eto'o del possibile Tripletino".
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Perisic, simbolo di un’Inter di grandi lavoratori. E quel paragone con Eto’o…
L'esterno croato si è trasformato in un elemento imprescindibile per rendimento sia offensivo che difensivo
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