Stefano Scacchi di Repubblica dice la sua sul noto quotidiano sul futuro allenatore dell'Inter, dando ormai per scontata la partenza di Rafa Benitez:
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Repubblica: “Spalletti all’Inter solo se la Gazprom dà l’ok. Altrimenti…”
Stefano Scacchi di Repubblica dice la sua sul noto quotidiano sul futuro allenatore dell’Inter, dando ormai per scontata la partenza di Rafa Benitez: “Massimo Moratti cerca di evitare altre mareggiate in attesa delle decisioni...
"Massimo Moratti cerca di evitare altre mareggiate in attesa delle decisioni definitive sul futuro nerazzurro. "State tranquilli, oggi non parlo, non voglio creare polemiche con nessuno", ha detto il presidente nerazzurro al momento di entrare negli uffici della Saras all'inizio del primo giorno di lavoro dopo la vittoria di Abu Dhabi. Sullo sfondo c'è sempre il duro sfogo di Rafa Benitez dopo la vittoria del Mondiale per club, definito "inadeguato" da Moratti domenica. Sono questi i giorni decisivi anche per approfittare della sosta per permettre ad un eventuale nuovo allenatore di conoscere e preparare la squadra. Oppure riaprire a sorpresa, improbabile, un rapporto con Benitez.
Le frasi dell'allenatore spagnolo sono state il punto di rottura di un rapporto mai decollato tra tecnico e presidente. E così adesso il numero uno nerazzurro prende tempo senza ulteriori dichiarazioni pubbliche. Meglio studiare la situazione per capire a chi affidarsi per l'immediato futuro. Ma anche le dichiarazioni dei calciatori lasciano poco spazio a una prosecuzione con Benitez. Materazzi è stato il più eloquente. Stankovic è furente per l'esclusione dall'undici titolare contro il Mezembe. Mentre nemmeno capitan Zanetti ha difeso l'allenatore spagnolo: "Pensiamo a goderci questo successo", si è limitato a dire il capitano, intercettato da TeleLombardia a Malpensa, prima di partire per le vacanze di Natale. Ma era da settimane che le frasi dei calciatori nerazzurri dimostravano la distanza tra la squadra e l'allenatore. Clamorosamente sottile una di Stankovic dopo il ko col Chievo: "Benitez? Abbiamo grandissimi uomini in società, se hanno scelto lui, non è stato certo per caso". Non proprio una difesa accalorata del tecnico.
E così, non appena Benitez ha alzato la voce, il filo si è rotto. D'altronde erano stati proprio i continui riferimenti al mercato mancato in estate e alla necessità di rimediare a gennaio a disturbare Moratti. Se n'era parlato anche nel maxi-vertice dopo la sconfitta con il Chievo. Lo spagnolo li ha riproposti in maniera roboante dopo la finale mondiale. Non è facile cambiare adesso. Moratti si trova davanti a un curioso destino: ha salutato Mourinho dopo il trionfo in Champions League (l'ombra del portoghese è sempre stata molto pesante in questi mesi, e forse sarebbe stato necessario fare qualcosa per allontanarla maggiormente) e ora si accinge a cambiare allenatore dopo il successo Mondiale.
Il nome del successore è legato anche al tipo di progetto. Con Luciano Spalletti e Fabio Capello si può andare avanti anche oltre il prossimo 30 giugno. Con Leonardo, Walter Zenga o Giuseppe Baresi (vice che diventa primo allenatore) si arriva fino al termine della stagione e poi si passa la mano al nuovo timoniere. Con il brasiliano ex rossonero che potrebbe assumere un ruolo all'interno del club. La tempistica adesso facilita un approccio con Spalletti, più complicato un mese fa ai tempi dell'ultima crisi tra club e Benitez. A frenare Moratti nella tarttativa con Moratti e un problema "politico": lo Zenit è di fatto proprietà della Gazprom, una società che ha rapporti economici con la Saras dei Moratti. Il presidente non vorrebbe creare imbarazzi e quindi la trattativa con Spalletti potrà andare avanti solo se ci sarà il placet dei dirigenti russi. Ora la stagione dello Zenit San Pietroburgo è finita, quindi ci sarebbe spazio per una risoluzione del rapporto. Potrebbe essere proprio Spalletti, il grande rivale dei duelli tra Inter e Roma degli ultimi anni, il successore di un allenatore come Benitez, mai davvero amato e difeso, subito finito al centro delle critiche anche societarie. E diventato subito attaccabile per il gran numero di infortuni che hanno condizionato il cammino nerazzurro. Quella palestra, tanto criticata, della quale ha parlato lui stesso ad Abu Dhabi nella conferenza stampa che per il momento segna la sua fine all'Inter."
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