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Società  Inter spaccata: 6 da una parte, 6 dall’altra. Il problema è…

L’Inter per indole è sempre stata “pazza”, ma non solo. Nelle ultime stagioni, secondo il Corriere dello Sport, la società nerazzurra sembrerebbe spaccata in due e sembra che la cacciata di parte degli uomini legati...

Riccardo Fusato

L'Inter per indole è sempre stata "pazza", ma non solo. Nelle ultime stagioni, secondo il Corriere dello Sport, la società nerazzurra sembrerebbe spaccata in due e sembra che la cacciata di parte degli uomini legati all'era Moratti non abbia risolto la situazione.

La società, in sostanza è spaccata per necessità di mansioni; da una parte c’è chi lavora per aumentare gli introiti del club, dall’altra chi si occupa della parte sportiva. Apparentemente due aeree di competenza diverse, che però in quasi tutti i club lavorano in sinergia. All’Inter questo non sempre succede.

Anzi, tra i dipendenti a libro paga da più anni c’è il sentore di una (nuova) spaccatura netta, quasi si trattasse di due Inter. Che a volte faticano a dialogare anche a causa della mentalità e della lingua: alcuni dei nuovi dirigenti parlano italiano, altri no. E questo è uno scoglio notevole nonostante siano stati organizzati corsi di inglese.

Ricapitoliamo: dalla scorsa estate all’Inter è in carica un nuovo Ceo, di fatto un amministratore delegato nonché membro del cda, Michael Bolingbroke. Da una parte ci sono Bolingbroke, Michael Williamson (voluto fin dall’inizio dal patron che lo aveva come punto di riferimento già ai Dc United) e la squadra scelta dall’ex manager dello United per trovare nuovi introiti (Claire Lewis, James White, Dan Chard e David Garth), professionisti dai curriculum inappuntabili che però stanno prendendo confidenza adesso con il mercato e il calcio italiano. Dall’altra parte coloro che si occupano della parte sportiva con Fassone alla guida, il ds Ausilio, il team manager Romeo, il capo degli osservatori Mirabelli, il segretario Cosentino, fino ad arrivare al responsabile del settore giovanile Samaden, in scadenza di contratto come il capo scout Casiraghi (ha ricevuto una chiamata da Barcellona dall’amico Braida...).