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Strama e la follia ponderata di Moratti. “Ausilio mi consigliò di dire no…”

E’ stato un lungo racconto, sincero, sincerissimo. Andrea Stramaccioni a TuttoSport ha rivelato diversi retroscena della sua esperienza all’Inter. Uno tra questi racconta i giorni precedenti rispetto alla chiamata di Moratti che lo...

Eva A. Provenzano

E' stato un lungo racconto, sincero, sincerissimo. Andrea Stramaccioni a TuttoSport ha rivelato diversi retroscena della sua esperienza all'Inter. Uno tra questi racconta i giorni precedenti rispetto alla chiamata di Moratti che lo stava ingaggiando per la sua prima squadra.

OSSERVATO SPECIALE - Non è il suo 'cocco', ma il presidente, quando ha deciso di chiamarlo, aveva osservato e capito, lo aveva visto a lavoro ed evidentemente qualcosa deve averlo colpito. "Era incuriosito dai sette gol presi a Londra contro il Tottenham e da novembre in poi ha iniziato a chiamarmi. La prima volta che lo ha fatto, dopo la partita con lo Sporting Lisbona, ho pensato ad uno scherzo. Invece era davvero lui. Nelle ultime gare mi si è messo dietro alla panchina. Il mio secondo mi ha detto che era là dietro che non voleva vedere la partita, ma voleva sentire quello che dicevo io", ha spiegato il mister. 

DIGLI DI NO - Deve aver detto qualcosa di speciale per aver spinto qualche tempo dopo, il proprietario nerazzurro a stravolgere tutte le regole e portare in prima squadra l'allenatore della Primavera. Un passo inatteso, che ha colto molti in contropiede. Da allora Strama ha convinto tutti che la scelta del presidente non era proprio così strana e neanche così casuale o matta come qualcuno ha pensato, forse anche chi gli è vicino: "Dopo la vittoria della Next Generation, Ausilio mi ha chiamato e mi ha detto, se il presidente fa questa 'cazzata', tu digli di no". Era il suggerimento di un amico: "Il direttore sportivo dell'Inter - ha sottolineato il tecnico - ha un grande rapporto con me e se sono arrivato a Milano è grazie a lui. Quella mattina mi disse: se Moratti ti chiama dì di no. Lui, che mi vuole bene, pensava che in quello spogliatoio non avrei retto una settimana, che mi avrebbero... ammazzato. Gli ho detto se Massimo Moratti mi dice di prendere la prima squadra, ma come faccio a dirgli di no? Se non mi sento pronto non glielo dico, come faccio? Posso solo dirgli che ce la metterò tutta. Se quando mi ha parlato non lo avrei visto convinto, se avessi capito che stava pensando 'mo n'do vado con questo' allora avrei detto di no".

UN EQUILIBRIO SOPRA LA FOLLIA... - Insomma, l'hanno chiamata follia, ma probabilmente era uno studio attento delle potenzialità di un giovane allenatore. Il patron nerazzurro ha lasciato che una scintilla, forse scoppiata per caso dopo una larga sconfitta, potesse scrivere una storia diversa. Moratti si fida di Strama, spera che sia l'inizio di un nuovo ciclo che riparta dai giovani, come lui. Il tempo e i risultati positivi (non si parla necessariamente di vittorie) potrebbero dargli ragione. Al presidente e a Strama. E potrebbe trasformare una pazzia in una mossa azzecatissima.