Erick Thohir, nel corso della lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato anche di arbitri:
primo piano
Thohir: “Gli arbitri non uccidano le gare. Tutti hanno visto che…”
Erick Thohir, nel corso della lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato anche di arbitri: L’Inter è l’unica squadra di A che non ha ancora avuto rigori a favore. C’è qualcosa che non funziona tra voi e gli arbitri?...
L'Inter è l'unica squadra di A che non ha ancora avuto rigori a favore. C'è qualcosa che non funziona tra voi e gli arbitri?
«Non lo so. La Lega di Serie A ha da sempre i migliori arbitri al mondo. Se all’estero parli degli arbitri italiani, tutti dicono che sono il top. E devono rendere di conseguenza».Finora però l’Inter ha avuto diversi torti...
«Gli arbitri non devono uccidere le partite perché alla fine gli spettatori capiscono gli errori. D’accordo, gli arbitri sono persone e possono sbagliare, ma se fanno errori continui, le persone possono farsi delle domande o magari pensare male. Grossi sbagli di continuo possono creare un grosso danno anche alla Lega perché i direttori di gara sono una parte importante del sistema e devono dare, da attori non protagonisti, il loro contributo alla crescita della Serie A. In molti incontri finora abbiamo avuto episodi un po’... così: non so se c’è qualcosa di sbagliato o se siamo solo sfortunati. Tutti hanno capito e visto quello che è successo. Ognuno con i propri occhi: io con quelli del presidente, i tifosi con quelli dei tifosi. Contro il Napoli, per esempio, abbiamo giocato bene proprio come i nostri avversari e mi sono congratulato con il presidente De Laurentiis. In quell’occasione, però, c’è stato un episodio che ha condizionato il match (espulsione di Alvarez, ndr)».
A fine partita sarebbe giusto che gli arbitri parlassero come i calciatori?
«Mi piacerebbe che lo facessero per “proteggere” le loro decisioni. Giuste o sbagliate che siano».
La tecnologia potrebbe dar loro una mano a sbagliare di meno?
«Il mondo sta cambiando e gli uomini commettono degli errori. Se la tecnologia può contribuire a limitarli, è positivo. Non sono d’accordo con l’utilizzo della tecnologia a 360° perché il calcio perderebbe il suo lato umano, ma per esempio potrebbe essere importante la goal line technology. Per chi è in campo, ma anche per i media».
© RIPRODUZIONE RISERVATA