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Toldo: “Ho deciso di smettere la sera di Madrid. A Cuper contro la Juve dissi…”

Ha compiuto 44 anni oggi. Francesco Toldo si è raccontato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Emozioni nerazzurre e ricordi indelebili: “Come ci si sente a non essere più un calciatore? Io sono dell’idea che nella vita ci si debba...

Sabine Bertagna

Ha compiuto 44 anni oggi. Francesco Toldo si è raccontato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Emozioni nerazzurre e ricordi indelebili: "Come ci si sente a non essere più un calciatore? Io sono dell'idea che nella vita ci si debba adeguare in maniera veloce. Io ho deciso di smettere esattamente la sera in cui abbiamo vinto la Champions League a Madrid: da qualche mese pensavo che se avessimo vinto tutti i trofei in quella stagione avrei smesso la sera stessa. Ho smesso esattamente con la stessa felicità con la quale ho iniziato. La cosa più bella è stata terminare la carriera con un trofeo così importante in mano: anche se in quella stagione ho raccolto poche presenze, so per certo di aver contribuito a quella vittoria sostenendo il gruppo a mio modo. Quando ho comunicato la mia scelta al Presidente Moratti era come se lui già immaginasse cosa volessi dirgli. Allora mi ha chiesto di restare in società, non voleva perdermi. Ha lasciato scegliere a me cosa preferissi, ho deciso di fare per due anni l'ambasciatore per un progetto importante e davvero gratificante come Inter Campus, una bellissima esperienza; poi ho creato Inter Forever, la formazione dei giocatori nerazzurri del passato, qualcosa che non esisteva"

Difficile descrivere l'Inter: "Non è semplice raccontare l'esperienza nerazzurra in poco tempo. Io sono arrivato nel 2001 e abbiamo vissuto alcuni anni molto difficili. Poi, però, il vento è cambiato e abbiamo disputato stagioni indimenticabili. Le soddisfazioni finali, ad ogni modo, hanno superato di gran lunga le delusioni iniziali. Il momento più bello? Ce ne sono parecchi, ovviamente citare la vittoria della Champions League sarebbe troppo semplice. Il mio ricordo più divertente è il gol contro la Juventus, i tifosi mi fermano ancora per strada e mi ringraziano. E vuoi sapere una cosa? Io quella volta me lo sentivo proprio che avrei segnato. Prima della partita, infatti, dissi a Cuper: 'Scusi mister, guardi che se per caso perdiamo 1-0 e siamo alla fine, se capita l'occasione io vado'. Lui in genere mi diceva sempre di stare fermo, ma quella volta mi disse di andare tranquillo. Altri episodi? Le risse a Valencia sono indimenticabili, così come le tante lotte con le pretendenti per lo scudetto. Quelle erano partite vere, la cosa bella era il confronto con gli altri campioni, perchè in quel periodo c'erano in ogni squadra giocatori che facevano veramente la differenza. Se ti dovessi descrivere ciò che è stata l'Inter, però, sarei in difficoltà. L'Inter è come una cavalcata, quando giochi in quella squadra non sai mai cosa possa succedere, è come se uscissi in barca sapendo di poter trovare il mare calmo ma anche la bufera. Per questo, per me, è stata una continua emozione".

Compagni & avversari - "Ho giocato insieme a tantissimi attaccanti forti, da Ronaldo a Eto'o, passando per Vieri e Ibrahimovic. Però ricordo con piacere i vari Cambiasso, Zanetti, ricordo la forza di Samuel e Materazzi, gente che ci metteva veramente il cuore e che mi ha aiutato a vincere grazie all'attaccamento che dimostrava. Gli avversari? Lungo tutta la mia carriera mi sono trovato di fronte giocatori di livello altissimo, ma quelli che mi hanno impressionato di più sono tre in particolare: Alessandro Del Piero, Francesco Totti e Gabriel Omar Batistuta, con il quale sono molto amico. Senza dimenticare, poi, Zlatan Ibrahimovic, che prima di averlo come compagno me lo sono ritrovato contro con la maglia della Juventus".