La sfida più attesa di ieri era sicuramente quella tra Wesley Sneijder e Eden Hazard, presente e futuro possibile dell'Inter. I due giocatori più talentuosi in campo erano attesi ad una prestazione di altissimo livello, il primo per dar credito alle parole di Ranieri che vede in lui un pilastro di questa Inter, il secondo per dare seguito alle voci che lo vogliono erede dell'olandese anche con la maglia dell'Inter.Lo spettacolo offerto dai due ieri è statp però piuttosto scadente.
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Tra Sneijder e Hazard? Meglio Alvarez…
La sfida più attesa di ieri era sicuramente quella tra Wesley Sneijder e Eden Hazard, presente e futuro possibile dell’Inter. I due giocatori più talentuosi in campo erano attesi ad una prestazione di altissimo livello, il primo per dar...
Sneijder non è mai sembrato veramente in partita. lento nel pensiero e ancor più nella giocata. Ha fatto bene soltanto sui calci piazzati dove è riuscito a servire assist e palle interessanti ai compagni. Troppe partite di fila lo hanno stancato ed una condizione non certo al top non lo aiuta. Nonostante le attenuanti del caso, a detta di molti, il Wes che si è visto ieri in campo è più dannoso che utile: nel suo DNA di campione c'è l'attitudine a prendersi responsabilità, ma quando imbecca una giornata storta come quella di ieri da faro della squadra si trasforma in buco nero che attrae ogni pallone senza più ridarlo indietro.
Sarà stata la pressione messagli addosso dai tifosi nerazzurri che non aspettavano altro che vederlo in azione, ma l'Eden Hazard di ieri è distante anni luce dal campione che ha stregato mezza Europa. Nella serata del Meazza è ripiombato nei panni del ragazzino di 20 anni che è, spaesato davanti a campioni ben più affermati, timoroso nell'esprimere in pieno le sue qualità. Niente scatti alla velocità della luce, niente passaggi illuminanti, soltanto un tiro a metà secondo tempo che non ha certo fatto tremare San Siro. Il ragazzo belga è stato portato a scuola di calcio da Zanetti, uno che ha quasi il doppio dei suoi anni. Forse ieri Hazard avrà ricevuto una bella lezione di umiltà, forse avrà capito che per essere considerato un campione non basta aver una valutazione da 40 mln di euro, bisogna anche guadagnarselo sul campo.
Tra i due litiganti il terzo gode e a uscire vincente dalla sfida tra trequartisti è l'oggetto misterioso nerazzurro Ricky Alvarez. I movimenti di ieri, come d'abitudine, sono stati fatti alla velocità di una tartaruga, ma qualcosa esembra essere cambiato nella testa, nella sicurezza e nella fiducia in se stesso. Si è preso le sue responsabilità, ha provato le giocate che hanno fatto innamorare Moratti, è andato vicino al gol. Qualcuno parla già di dargli una possibilità contro il Genoa dal primo minuto al posto di Sneijder, certo è che l'argentino deve ancora lavorare con tranquillità e convincersi che quella maglia numero 11 è fatta per lui, anche se ancora deve meritarsela.
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