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TS – L’Inter è meno pazza di prima: il derby e Napoli sono sfide verità

La squadra è implacabile con le piccole, sa gestire i momenti all’interno della partita e vince anche quando non convince

Francesco Parrone

José Mourinho, nell’anno del Triplete, dopo sette giornate di campionato aveva sedici punti e aveva già perso una partita, a Genova con la Sampdoria. Per ritrovare una classifica tanto scintillante bisogna risalire al 2002 e a Hector Cuper che con quell’ Inter arrivò a un passo dalla finale di Champions. Secondo TuttoSport, quanto sta riuscendo a Luciano Spalletti va al di là dei numeri perché, a differenza dei colleghi, si è trovato a lavorare con una squadra ancora traumatizzata dai disastri dell’ultima stagione.

Ciò nonostante l’ Inter ha saputo metabolizzare il principio base che anima le squadre dell’uomo di Certaldo, ovvero la capacità di battere le medio-piccole. Con la Roma, va ricordato, nell’ultimo campionato non ha mai perso con le ultime dieci in classifica centrando 56 punti su 60 disponibili. Un trend confermato all’Inter che non è più la squadra pazza da amare, ma è una squadra cinica e tremendamente concreta. Come col Genoa, pure a Benevento l’ Inter - pur con tutti i difetti dati dal fatto di aver intrapreso da poche partite un percorso - ha cercato di gestire con freddezza le varie fasi della partita, senza mai perdere rigore tattico anche quando gli avversari attaccavano.

Un cliché che si è ripetuto a Crotone e nel pareggio con il Bologna. L’ Inter - come solo le grandi squadre sanno fare - ora sa vincere anche senza convincere. Il che è un merito, come peraltro sottolineato da Spalletti dopo la vittoria di Benevento.

Dopo la sosta consacrata alle qualificazioni mondiali, il menù propone due sfide verità quali il derby e la trasferta al San Paolo con il Napoli (dove l’Inter in campionato non vince dal 18 ottobre 1997, 2-0 con rete di Galante e autogol di Turrini) ma non è detto che proprio in questi match d’alta quota il gioco dell’ Inter non possa decollare.

La gara vinta all’Olimpico con la Roma ha infatti dimostrato che la squadra, per caratteristiche, il meglio lo dà quando ha spazio (e campo) per contrattaccare. Al contrario, con le piccole, vengono fuori i problemi di un gruppo che, per qualità, non può certo competere con Juve, Napoli e Roma.

(Fonte: Stefano Pasquino, TuttoSport 3/10/17)

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