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Zarate a 360°: «Che bello stare all’Inter. Arriveremo tre le prime 3. Il mio idolo…»

Mauro Zarate ha rilasciato una bella intervista a Il Giornale in cui ha raccontato le sue prime impressioni dell’esperienza nerazzurra. «Il mio sogno da calciatore? In Italia vincere lo scudetto.In assoluto conquistare il Pallone d’oro....

Lorenzo Roca

Mauro Zarate ha rilasciato una bella intervista a Il Giornale in cui ha raccontato le sue prime impressioni dell'esperienza nerazzurra.«Il mio sogno da calciatore? In Italia vincere lo scudetto.In assoluto conquistare il Pallone d’oro. Magari grazie all’Inter. Ah, già. E vincere la Champions League».Sulla sua scarsa capacità realizzativa Zarate dice: «Vero. Sono al di sotto delle mie attese. Non conto le reti in Qatar. Avevo cominciato bene in Argentina, vincendo il titolo di capocannoniere. Buono il primo anno alla Lazio (13 gol), meno il secondo. Un po’ meglio il terzo. Ora aspetto. Devo farcela in campionato».Le ragioni delle difficoltà? «Mi riguardo, vedo le azioni. Prima ero più deciso, giocavo meglio in area. Adesso vado bene quando sono fuori. Devo esser più tranquillo».Il tuo idolo? Sarà argentino ovviamente, Maradona, Messi? Macché «Il mio idolo è Ronaldo, quello che stava qui. Peccato sia un po’ ingrassato. Lo ricordo al Barcellona, all’Inter. Pensi che al Real, dopo tutti i guai avuti, ha vinto il Pallone d’oro e segnato 30 gol. Un fenomeno».E tra Aguero o Tevez? «Aguero. Ho giocato con lui, e so quanto è bravo: va a 100 all’ora, in mezzo metro ti stende con una finta. La nostra nazionale deve giocare con Aguero, Messi e... naturalmente Zanetti».Per Ranieri Zarate non è un esterno... «Io sono un attaccante, cerco il gol. Esterni sono Nani o Di Maria. Il modo migliore di giocare? Lanciarmi in profondità».Meglio giocare con Milito o con Pazzini? «È facile giocare con entrambi. Con loro vai tranquillo: se non segni tu, l’altro ce la farà».Il gol più bello segnato finora? «Quello alla Roma nel derby del 4-2. Importante per me e la gente. Magari avrò segnato reti più belle, ma quello contava».Ranieri è un buon allenatore per una punta? «Sì, certo. Ti lascia libertà di muoverti, per servire alla squadra».Il miglior tecnico avuto? «Delio Rossi. Il primo. In campo mi diceva: fai quello che vuoi. Mi dava la maglia e urlava: vinci la partita».Contano più i gol o i soldi? «Più i gol,sennò andavo in Russia».Il rapporto con l’Italia? «Come Paese molto bello, sto benissimo. Poi capisco: adesso ci sono difficoltà. Ma chi non ne ha? Dal punto di vista calcistico, altri campionati, Spagna, Inghilterra, Germania, ci sono superiori».Non le sembra un campionato strano: Inter in coda, Udinese in testa, Lazio più continua... «Sull’Inter sono ottimista. Arriviamo nei primi tre. Siamo un po' indietro, ma ce la faremo. Alla fine vedrà, davanti ci saranno le solite».Che idea ti eri fatto dell’Inter da triplete. Ora cosa manca? «Quella Inter mi colpiva perchè vinceva dappertutto. Un carro armato. Noi della Lazio su certi campi faticavamo, loro andavano e segnavano quattro gol. Forse serve un po’ di cattiveria in più. Eppoi ti deve girare meglio».Magari è appagamento? Tanti successi... «Macché, la voglia c’è. Allora Messi cosa dovrebbe fare? Lasciare il calcio?».