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Adani: “Inter, i quarti di Champions un dovere. Con il Porto decisivi i cambi”

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L'ex difensore nerazzurro ha analizzato il successo di mercoledì sera della formazione di Inzaghi contro il Porto

Fabio Alampi

Daniele Adani, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha fatto il punto sulle vittorie delle italiane. Questa la sua analisi sulla prova dell'Inter: "Un risultato comune eccellente, anche se vanno fatti poi dei distinguo. Innanzitutto perché per Milan e Inter la qualificazione è ancora in bilico. E poi ognuna delle tre squadre ha una storia diversa dalle altre e anche una prospettiva differente".

"L'Inter è più forte del Porto, ma deve ringraziare la profondità della rosa per la vittoria di San Siro. Gli ingressi di Gosens, Brozovic e Lukaku hanno fatto la differenza".

Cosa devono fare le nostre per passare al ritorno?

"L'Eintracht non avrà Kolo Muani e il Napoli è nettamente superiore: lecito non attendersi sorprese. Milan e Inter, invece, non devono fare l'errore di speculare sul vantaggio dell'andata. Devono andare a Londra e a Oporto con l'idea di fare gol a tutti i costi e non guardare il cronometro".

Chi ha il compito più difficile?

"Ancora il Milan, perché mi aspetto un Tottenham diverso dall'andata".

Scegliamo un giocatore simbolo dell'andata per ognuna.

"Per il Milan dico Thiaw, che è la grande novità in difesa. Per il Napoli sarebbe facile dire Osimhen e allora faccio il nome di Lobotka, che ha sporcato ogni pallone avversario. Nell'Inter ovviamente Lukaku, per come è arrivato alla sfida e per come ha risposto, con il gol e non solo".

Fissiamo un orizzonte per Milan, Inter e Napoli?

"Il Milan è ancora in una fase acerba del progetto, già arrivare ai quarti sarebbe un successo oltre le aspettative. L'Inter è squadra, invece, matura e l'ha fatto vedere con il Barça in questa stagione e pure col Liverpool lo scorso anno. Essere tra le prime otto per i nerazzurri è un dovere. Discorso a parte merita il Napoli, che grazie al lavoro di Spalletti ha avuto una crescita difficilmente immaginabile mesi fa. Oggi, se facciamo la somma tra il valore messo in campo dai giocatori e le prestazioni del collettivo, gli azzurri possono ambire a finire tra le prime quattro d'Europa".

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