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Albertini: “Scudetto? Ora 60% Milan. Tonali mi ricorda Conte: vale più di 50 mln”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Demetrio Albertini ha parlato così di Sandro Tonali, paragonandolo anche ad Antonio Conte

Matteo Pifferi

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Demetrio Albertini ha parlato così di Sandro Tonali, paragonandolo anche ad Antonio Conte.

Albertini, qualche tempo fa ci aveva detto che Tonali le somiglia. Ma Albertini segnava gol come quelli di Tonali a Verona?

«In lui mi rivedo per il ruolo in campo, postura, movenze e per il percorso simile che sta facendo, a vent’anni indossava la maglia del Milan come me. Premesso questo, devo dire che io dentro l’area non ci sono mai arrivato se non per tirare i rigori...».

Proviamo a sconfinare dal terreno rossonero: a chi assomiglia questo Tonali?

«A me ricorda molto Antonio Conte. Un centrocampista di inserimento, che sa giocare per la squadra ma che ha caratteristiche individuali importanti, un trascinatore».

L’ha sorpresa la mossa di Pioli al Bentegodi, Tonali più vicino alla trequarti e Kessie regista basso?

«Sì, fino a domenica pensavo che Kessie fosse il centrocampista più adatto a giocare più avanti, anche perché è quello che abbiamo visto in parecchie partite. La scelta di Pioli è la dimostrazione di quanto abbia il polso della situazione sui suoi giocatori: nel calcio moderno l’interpretazione può cambiare le partite, e così è stato con Tonali a Verona».

Quanto vale Tonali? “Bastano” 50 milioni?

«Oggi come oggi non ha prezzo, anzitutto perché non è sul mercato e poi perché la stagione non è ancora finita. Se dovesse vincere lo scudetto, i parametri potrebbero cambiare e il suo valore potrebbe anche superare i 50 milioni».

Se volessimo pesare la leadership di Tonali nel Milan, a che punto siamo?

«Quando sei giovane e sei in una grande società come il Milan, è normale che la leadership cresca a braccetto con gli anni di esperienza. È l’unica qualità che si coltiva per forza nel tempo. Io a vent’anni ho giocato il mio primo campionato da titolare col Milan, ero la novità della squadra, sono stato protagonista, ma non ero abbastanza strutturato per sentirmi leader fino in fondo: non basta una stagione meravigliosa per diventarlo. Quando si è giovani bisogna viverla da protagonisti, più avanti si può andare oltre e passare allo step successivo».

Tonali è in buona compagnia, perché il Milan vola con i suoi gol e con le magie di Leao.

«Qualche mese fa, davanti a un caffè in un bar sotto casa, il mio “vicino” Pioli (abitano nella stessa zona, ndr) mi ha raccontato di quanto l’atteggiamento in allenamento di Leao e di Tonali fosse cambiato rispetto alla stagione precedente. Mi è rimasto impresso, perché i fatti lo confermano: ora Leao, Tonali e gli altri giovani hanno capito che in un club come il Milan devi giocarti sempre le carte migliori, e Pioli ha grande merito perché ha aperto loro gli occhi in questo senso».

A 180 minuti dalla fine, di quanto ha spostato le percentuali scudetto il successo di Verona?

«Prima della partita pensavo che il Milan avesse poco più del 50 per cento di vittoria finale. Adesso siamo a un buon 60 per cento. Contro l’Atalanta sarà dura, ma vedo una squadra pronta, consapevole. E con grande qualità: chi dice che il Milan è la migliore tra le peggiori mi fa sorridere perché non è affatto così. Il Milan è la dimostrazione che con il lavoro si può arrivare in alto e superare i propri limiti».

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