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Bacconi: “Ecco dove soffre tatticamente il Napoli. Hamsik e Insigne…”

Partiamo dal gol dell’1-1 per trovare una morale a questo ennesimo risultato deludente della banda Benitez. Il Napoli è in vantaggio di misura e ha già sprecato ad inizio ripresa alcune facili occasioni, create quasi tutte dalla premiata...

Francesco Parrone

Partiamo dal gol dell’1-1 per trovare una morale a questo ennesimo risultato deludente della banda Benitez. Il Napoli è in vantaggio di misura e ha già sprecato ad inizio ripresa alcune facili occasioni, create quasi tutte dalla premiata ditta Insigne-Hamsik. Gli azzurri sembrano in pieno controllo della partita. Fernandez scarica sul portiere una palla apparentemente tranquilla. Reina esegue un controllo in avanti che gli toglie la possibilità di ritornare sulla destra.

Sull’out opposto Henrique si disinteressa volgendo le spalle al suo portiere. Rimangono così solo i corridoi centrali. Inler va incontro al portiere di corsa ma in ritardo e braccato da tergo. Rimane la soluzione Behrami che però è «sovrappensiero». Tutt’altro l’atteggiamento di Pinzi che legge le intenzioni di Reina e si predispone ad anticipare il centrocampista svizzero. Rubata la palla serve Fernandes che segna anche se in posizione viziata da offside. Un dato di fatto che non giustifica la topica colossale. Si sa che il Napoli vuole iniziare l’azione col suo portiere, come è possibile quindi che proprio sul disimpegno di Reina difensori e centrocampisti siano così distratti? Non sarà l’unico errore in fase di disimpegno.

Soprattutto dopo il gol, quando l’Udinese prende un po’ di fiducia nei propri mezzi alzando il baricentro e aumentando la pressione sui portatori di palla azzurri, si assiste ad errori macroscopici da parte di giocatori di livello come InlerHamsik, Callejon. Tante le ripartenze concesse su controlli sbagliati o passaggi orizzontali, segno che il giocatore in possesso di palla non ha adeguato supporto dai compagni, mancano quel dinamismo e quei sincronismi in grado di creare i giustiangoli di gioco. Il Napoli ha sofferto anche la velocità di alcune trame bianconere. Il primo brivido ancora nel primo tempo, alla mezz’ora, quando Muriel porta in giro Henrique prima di servire in fascia Gabriel Silva. Cross teso per Badu, tutto solo, che sbaglia clamorosamente la mira di testa. Aumenta l’affanno dopo il gol del pareggio. La mina vagante è sempre Badu che ha un altro passo. Partendo da interno semina prima la fragile barriera composta da Behrami e Inler (Jorginho nel finale), poi i lenti difensori azzurri. Delude in particolare Henrique che riportato al centro non ha mantenuto lo standard prestativo che aveva sfoggiato in fascia, facendo rimpiangere il non certo brillante Albiol, costretto ad entrare solo dopo l’espulsione di Fernandez. Verrebbe naturale ribadire che il reparto difensivo rimane il punto debole della squadra di Benitez, ma sarebbe semplicistico. È la fase difensiva nel suo complesso che non convince. Mancano attenzione ai dettagli, aggressività nelle marcature, spirito di sacrificio e personalità nei momenti caldi.

Udinese-Napoli non può prescindere anche da un focus su InsigneHamsik. Il primo ha fatto una partita convincente dimostrando, oltre alla solita abilità tecnica, anche un’ottima condizione fisica. In questo suo stantuffare sulla fascia sinistra spesso è stato coadiuvato dal secondo, lesto a farsi trovare spesso nel vivo del gioco. Al 10’ lo slovacco apre aLorenzinho in fascia, Herteaux, saltato, lo stende al limite. Al 17’ ancora lancio in diagonale del capitano azzurro per Insigne, azione finalizzata col tiro alto da fuori di Behrami. Dieci minuti dopo Insigne stesso intercetta un pallone a metà campo per poi scaricarlo e andare a ricevere il cross da sinistra di Hamsik. Callejon non si vede, ma quando appare non perdona. Al 39’ sfrutta la libertà concessagli da Gabriel Silva in area per battere da par suo l’emergente Scuffet. Al 42’ ancora l’asse Insigne (recupero alto) - Hamsik (tiro sopra la traversa). Ultimi lampi ad inizio ripresa. Al 5’ Insigne trasforma la fase difensiva in offensiva con un pallonetto al bacio per Zapata, che si addormenta. Il colombiano lascia sì spazio ad Hamsik in cabina di regia preoccupando si solo di attaccare la profondità (e questo un bene) ma è sciagurato sotto porta. Poi la frittata di Reina e tanta Udinese fino all’44’ quando Insigne, ispirato ancora da Hamsik, getta alle ortiche l’ultima possibilità.