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Perché?
—«Il derby d’Italia giocato alla pari ha aumentato consapevolezza e convinzione dei bianconeri. Un po’ come dire: ci siamo e ce la giochiamo fino alla fine. Ma poi con il Monza era fondamentale vincere e la Juve lo ha fatto. E trionfare al 94’, con quella reazione di forza e rabbia dopo aver subito il pari pochi minuti prima, vale moltissimo. Gli scudetti passano da queste vittorie, determinate e sporche. L’1-1 del Monza poteva essere fatale, invece la Juve è ripartita subito in avanti con 4-5 uomini: Rabiot è stato straordinario e Gatti ha segnato con cattiveria. C’è un altro spirito rispetto allo scorso anno».
La sua prima Juve di Conte (2011-12), senza Coppe e scudettata, dopo 14 giornate aveva 3 punti in meno di quella attuale. Sensazioni?
—«Squadre diverse, ma accomunate dallo stesso spirito e dalla medesima voglia di rifarsi. Questa Juve, al di là di tutti i discorsi, è convinta e giocherà per lo scudetto fino alla fine».
C’è dell’altro?
—«Sì. Oltre all’assenza dalle Coppe, questa Juve ricorda quella del 2011-12 per i tanti e diversi giocatori che vanno in gol e per l’anima gregaria. Se non segnano Vlahovic e Chiesa, ecco Rabiot, Gatti, Bremer, Cambiaso».
Stasera c’è Napoli-Inter...
—«Allegri e i giocatori daranno una sbirciata, ma niente di più. Meglio stare concentrati su se stessi. Sono più curioso io: l’Inter è molto forte, però il Napoli con Mazzarri sembra aver ritrovato fiducia e serenità».
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