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Beccalossi: “Conte martello pneumatico, questa Inter se la gioca con tutte in Europa”

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Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Evaristo Beccalossi ha parlato così dell'andamento dell'Inter di Conte

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Evaristo Beccalossi ha parlato così dell'andamento dell'Inter di Conte:

Beccalossi, il countdown verso lo scudetto può già partire?

«No, no, no (ride; ndc). La classifica è bellissima, ma andiamoci piano. Non è ancora il momento di pronunciare quella parolina».

Fa come Antonio Conte che fino alla certezza matematica non si sbilancia?

«Il più direi che è fatto, ma non dimentichiamo l’emergenza Covid-19. Può succedere di tutto, stiamo vivendo una stagione in emergenza tra virus, attese, tamponi ed esclusioni forzate».

Per l’Inter dieci vittorie consecutive in campionato. Si aspettava un ruolino di marcia simile?

«La squadra sa quello che vuole, ha un suo equilibrio perché è stato fatto un grande lavoro nei momenti più difficili. Mi riferisco a quelli di inizio stagione, quando sono arrivate anche critiche eccessive e serviva tempo per delineare l’assetto ideale».

L’inserimento di certi giocatori nelle rotazioni ha rappresentato lo step decisivo?

«Bisognava completare un discorso tattico ancora aperto. Infatti la squadra una volta superate quelle difficoltà è decollata del tutto. A inizio stagione ricordo partite con dodici o tredici palle gol create, a cui seguiva puntualmente un gol subito in contropiede. Adesso questa è un’altra squadra, chiamata a chiudere l’opera in Serie A».

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Resta il rammarico per come è finita in Champions?

«L’eliminazione dall’Europa è stata una delle cose che mi ha fatto arrabbiare di più. Assieme ai problemi di inserimento di Eriksen e alle difficoltà di Skriniar con la difesa a tre. Oggi in Champions finirebbe in modo diverso perché questa Inter può giocarsela con tutti e il valore dei singoli è molto alto».

Restano ancora similitudini con quel vostro scudetto di 41 anni fa?

«No, ai miei tempi facevo anche delle grandi dormite (ride; ndc). Invece adesso non può mai abbassare la guardia. In questo Conte è un martello pneumatico, ambizioso, con tanta voglia di vincere. Poi a me non piace chi bacia la maglia, piuttosto preferisco chi riesce a fare i fatti e a vincere».

Chi è il giocatore simbolo di questa cavalcata?

«Il gruppo ha fatto la differenza, completando un percorso di crescita. Ma la ciliegina sulla torta l’ha messa Lukaku. Non solo con i gol, ma anche con l’atteggiamento ha dato sul campo risposte da grandissimo giocatore».

Cosa manca a questo gruppo per il salto di qualità in Europa l’anno prossimo?

«Più che altro bisognerà vedere cosa succede a livello societario. Bisogna ripartire da qui, con una base solida e un percorso molto ben avviato. Non dimentichiamo che l’anno scorso l’Inter ha disputato la finale di Europa League è ed arrivata seconda in campionato dopo aver accorciato il gap con la Juve».

A proposito di Juve. Si aspettava tutte queste difficoltà?

«No, pensavo di battagliare di più con loro durante la stagione. Ma non è tutto da buttare, dopo nove scudetti di fila ci può stare un passo falso con un allenatore al debutto assoluto. Anche il Napoli pensavo facesse grandi cose e invece il Milan mi ha stupito anziché calare alla distanza. Ora certi distacchi in classifica mi lasciano più tranquillo».

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