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Inter, Biasin: “Il momento di Eriksen arriverà presto. E vi svelo un segreto inconfessabile”

L'analisi del giornalista nel suo editoriale per TMW

Marco Astori

Nel corso del suo editoriale per TuttoMercatoWeb, Fabrizio Biasin, noto giornalista, ha analizzato così il momento dell'Inter dopo la sconfitta di domenica con la Lazio: "L’Inter ha perso, è vero, è non è stata una questione di sfortuna: la Lazio ha meritato, in questo momento è più squadra, ha un centrocampo più forte, fisicamente sta meglio e tutto quello che vi pare. Questo però non significa che il mondo sia finito. E voi direte: “L’Inter – secondo tempo con il Milan a parte - non funziona da un mese abbondante”. E così è. Ma sapete che c’è? È tutto normale e l’anormalità, al limite, è che la squadra di Conte sia a soli tre punti dalla vetta. Ora vi sveleremo un segreto inconfessabile, qualcosa di molto simile a uno vero e proprio scoop: l’Inter non è una squadra perfetta e, anzi, ha ancora molti difetti. Incredibile vero? Funziona solo se tutti sono in gran forma e galoppano per 90 minuti, non gioca un gran calcio, balbetta contro le squadre che giocano “a specchio”. Questo significa che sia tutto da buttare nel cassonetto dell’umido? Giammai! Questa è una squadra che è esatta espressione del suo tecnico, una squadra perfettamente “contiana”; può perdere a Roma con la Lazio e magari farà fatica ancora, ma ha nel suo dna la più importante delle prerogative per crederci fino in fondo: attributi grossi come palloni da basket.

L’Inter farà il suo fino al termine della stagione e magari alla fine non vincerà una mazza, ma difficilmente avrà rimpianti. Quelli, i rimpianti, al limite turberanno il sonno di coloro che pensano che lo scudetto non sia una possibilità regalata dai fisiologici rallentamenti della Juve (ha scelto un tecnico che fa a pugni con la sua tradizione pallonara, ha sbagliato qualcosa sul mercato), bensì un obbligo determinato dal fatto che dispone del tecnico più pagato in assoluto che “deve farci vincere per forza! E deve far giocare Eriksen!”. Ecco, Eriksen. Siamo già al processo. Qualcuno diffida del giocatore (“mah, vuoi vedere che in fondo è una pippa?”), altri se la prendono con l’allenatore (“Ma lo vuol mettere titolare o no?”), nessuno osserva il calendario: questo qui è arrivato a Milano tre settimane fa. Non un anno fa, 21 giorni. E se il precisino la butta su Sneijder che “fu subito decisivo nel derby!”, ricordategli che il modo di dire “l’eccezione conferma la regola” sarà pure trito e ritrito, ma vale assai. E l’eccezione è un giocatore che arriva e da subito fa faville, mentre la regola è che ci voglia un minimo di tempo prima di far quadrare le tessere del puzzle. Arriverà il momento di Eriksen, e arriverà presto: statene certi".

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