Tra le pagine dell'edizione odierna di Libero, Fabrizio Biasin, giornalista, ha commentato così la sconfitta di ieri dell'Inter a San Siro ai danni del Sassuolo: "Rapido elenco di problemi osservati ieri in casa Inter: il portiere sloveno (Handanovic) non para, l'attaccante argentino (Lautaro) non segna, quello cileno (Sanchez) neppure, il sostituto tattico (Barella) dell'insostituibile (Brozovic) non è a suo agio, il centrocampista che non gioca mai (Gagliardini) ti fa capire perché non gioca mai, tutti gli altri sono in giornata fisicamente e tecnicamente imbarazzante. Fine dei problemi. Ecco, in queste condizioni puoi perdere anche contro l'oratorio Don Mazzi, figurati contro il Sassuolo dell'ottimo Dionisi.
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Biasin: “Se l’Inter vuole vincere ancora, deve augurarsi questa cosa su tutte”
L'analisi del giornalista: "L'Inter, banalmente, non è una squadra perfetta e se non sei perfetto te la puoi cavare solo con l'applicazione"
Questi qui, gli emiliani, in questa stagione hanno già battuto la Juve a Torino e il Milan a San Siro e tu (e qui tiriamo in ballo Inzaghi) dovevi immaginarti che non sarebbe stata una passeggiata. L'Inter no, non l'ha immaginato, ed è quello che ci viene da pensare dopo aver assistito ai primi 25' di gioco, quelli in cui gli ospiti non solo hanno segnato, ma hanno fatto il bello e cattivo tempo. I nerazzurri, reduci dalle fatiche di Champions, sono parsi stravolti ma, soprattutto, supponenti. Una cosa del tipo «ok, siamo i Campioni d'Italia, in qualche modo ci riprendiamo la vetta». Neanche per idea.
L'Inter, banalmente, non è una squadra perfetta e se non sei perfetto te la puoi cavare solo con l'applicazione. Ieri, l'applicazione, si è vista solo quando ormai era troppo tardi. Se questa squadra intende bissare il trionfo dell'anno passato deve augurarsi tante cose, ma soprattutto una: che Brozovic non salti mezza partita. E questo perché è fortissimo lui (detta i tempi, dà sicurezza, mette la colla alla fase difensiva, olia quella offensiva), ma soprattutto perché l'Inter non dispone di un sostituto che gli assomigli neppure alla lontana. No Brozo, no party", conclude Biasin.
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