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Boninsegna: “Moratti mi ha fatto fuori, da lui non me l’aspettavo”

L'ex attaccante dell'Inter non usa mezzi termini e spiega come l'ex patron nerazzurro lo abbia allontanato dalla società

Alessandro De Felice

L'ex centravanti dell'Inter, Roberto Boninsegna, parla ai microfoni di Gazzamercato.it ed esprime la propria opinione su diversi argomenti riguardanti la società nerazzurra:

L’Inter “olandese” ha confermato a Empoli quanto di buono fatto contro la Juventus, sarà un crescendo?

“L’allenatore comincia a conoscere i propri giocatori. Gli hanno dato in mano la squadra a dieci giorni dall’inizio del campionato, solo questa società poteva fare un errore del genere. Lui sta inquadrando i giocatori con le loro attitudini, per esempio ha già fatto delle mosse giuste: Melo e Medel non possono e non devono giocare insieme, Banega non è un regista ma un trequartista, Joao Mario è un bel giocatore, molto intelligente che sa far girare la palla e servire i terminali offensivi. De Boer sta costruendo la sua Inter, prima la rosa era un minestrone, c’erano giocatori utilizzati in dei ruoli incompatibili con le loro caratteristiche. Il puzzle si sta componendo nel migliore dei modi e la squadra può solo che migliorare e dare delle soddisfazioni ai suoi tifosi.” 

Da Bonimba a Icardi…l’argentino è sempre più apostolo del gol e protagonista, è lui il “9” che più le somiglia? 

“(Ride, ndr) Beh sì…Icardi è determinante, insostituibile, è un giocatore che finalizza meravigliosamente il gioco della squadra e si fa sempre trovare pronto, anche perché è in una forma splendida. Credo che i giocatori migliori dell’Inter siano lui, Handanovic e Joao Mario; su questi tre stanno costruendo le basi per fare una grande squadra e tornare ai vertici. Adesso hanno preso dei giocatori interessanti, l’allenatore ha le idee chiare e lo sta dimostrando.” 

Boninsegna – Inter un amore amaro mai pienamente corrisposto?

“Si (ride, ndr) mi hanno tradito molte volte, l’ultimo è stato Moratti quando mi ha fatto fuori come osservatore, dopo di me ha mandato via anche Domenghini e Suarez. Da lui non ce lo aspettavamo, l’ha gestita male e poi è andato via lasciando l’Inter in mano a questi cinesi che non conosco, comunque sono nato interista e seguo sempre la mia squadra del cuore. Ho fatto cinque anni di settore giovanile e sette in prima squadra. Cagliari è stato il trampolino di lancio e, quando sono passato alla Juventus, l’Inter mi credeva finito e invece sono stati tre anni indimenticabili con la vittoria da titolare di due Scudetti, una Coppa UEFA e una Coppa Italia. In carriera sono stato tre volte capocannoniere della Serie A, anche se ufficiali sono due perché una giuria compiacente, visto che avevo fatto meno partite di Chinaglia, mi tolse il gol contro il Cesena e quindi il titolo; se oggi andiamo a vedere quel filmato lì c’è da ridere, perché la deviazione del difensore non c’è stata…ma lasciamo perdere ormai è storia!” 

Oggi è il compleanno di Ronaldo Luis Nazario de Lima, parafrasando Larry Bird: “Ho visto Dio, era travestito da Ronaldo” possiamo descrivere così “il Fenomeno, quello vero”?

“Direi di sì, è un giocatore che ha incantato le platee di tutto il mondo, credo che nel suo periodo, prima che si facesse male compromettendosi gran parte della carriera, fosse il calciatore più forte di tutti, era un piacere vederlo giocare. E’ un giocatore che ha lasciato un segno indelebile nella cultura calcistica. Era completo, semplicemente devastante.”

Che fine ha fatto Bonimba innamorato del calcio in tutte le sue sfaccettature?

“Faccio il pensionato (ride, ndr). Il mio errore è stato quello di lasciare la Lega di Serie C dopo tredici anni per andare ad allenare il Mantova, non ho mai avuto il procuratore e così ho perso tanti contatti e mi sono ritirato, è stato uno sbaglio clamoroso. Pensavo di aver trovato una società seria e invece erano dei saltimbanchi, nel senso che sono rimasto due anni e mezzo con un regolare contratto e poi loro se ne sono andati. Anche oggi è una squadra che vedo come terra di conquista, abbiamo cambiato sei presidenti in cinque anni, di questo passo non si potrà costruire nulla di solido. A suo tempo speravo che Abete mi desse una squadra federale, il fatto che non mi sia stata data vuol dire che probabilmente non mi ritenevano idoneo. Comunque seguo il calcio con attenzione e mi ritengo soddisfatto della mia carriera, ho vinto tanti trofei, tre volte la classifica cannonieri (ride, ndr), ho fatto 280 gol in carriera, ho segnato al mondiale in semifinale e in finale al Brasile di Pelè…meglio di così!”