Roberto Boscaglia, 45 anni, è l’allenatore della scalata del Trapani. Una carriera tutta nella sua Sicilia anche perché «voglio che il mio balcone di casa sia davanti al mare. Voglio affacciarmi, sentirlo, toccarlo». Sa far giocare bene le sue squadre, sa soprattutto ottenere il massimo dai suoi giocatori. Perché sa ascoltarli, capirli, stimolarli. «Se non fossi qui - assicura -, avrei fatto lo psicologo. Per anni ho lavorato in una casa famiglia, dove ho visto scene e conosciuto sofferenze che non dimenticherò mai. I calciatori sono ragazzi normali e bisogna seguirli, altrimentirischiano di perdersi. Il pallone non è tutto. Fuori, la vita è meravigliosa».Può esserlo anche dentro il campo. Di sicuro, per il Trapani di Boscaglia lo sarà stasera a S. Siro: «È il sogno di tutti quelli che fanno calcio e per noi si sta avverando. È giusto e bello emozionarsi: meglio smettere, se partite del genere non ti danno i brividi. Noi, però, non vogliamo sfigurare: siamo in crescita, l’Inter non è un punto di arrivo ma di partenza».
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Boscaglia: «San Siro, autentico sogno. Giusto emozionarsi e…»
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