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Inter, tentativo di fuga. CdS: “Brozovic dispensa calcio. E Calhanoglu…”

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L’Inter di Inzaghi segna in tutti i modi: Perisic di testa, Dumfries di forza, Sanchez su azione corale, Lautaro e Gagliardini da uomini d’area

Matteo Pifferi

"Se seicentotrentaquattro (634) secondi racchiudono una partita, c’è qualcosa di sbagliato in questo “pazzo” campionato che l’Inter comincia ad avvertire sempre più suo, mentre la Salernitana non è mai riuscita ad impadronirsene seriamente: e poco prima che scocchi l’11’, è tutto così terribilmente chiaro d’essere finiti dentro una serata surreale, in qualcosa che sappia di finto o d’iniquo". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito alla vittoria dell'Inter, facile, contro la Salernitana. "Quando l’Inter saluta e se ne va, mostrando la “manita”, l’Arechi è da un bel po’ dentro un film dell’horror: ci è finita suo malgrado, sta sospesa nel vuoto, senza rete protettiva, e spera che quest’incubo al quale è stata costretta smetta d’esistere", prosegue poi il quotidiano.

Tra i singoli, a brillare per l'Inter sono in tanti, a partire da Calhanoglu. "L'Inter è Calhanoglu, tra le linee o dentro al campo, è movimento - da destra a sinistra o viceversa - è un’onda assai anomala che devasta, può distruggere (con Barella, con Sanchez, con Dzeko), che si placa sull’unica percussione (30': da Ribery a Obi, Handanovic ad opporsi) e poi dilaga (33') con Dumfries, che sommerge in contropiede (in contropiede!) ciò che rimane della Salernitana su un taglio centrale di Brozovic per l’assist di Dzeko", conferma il CorSport.

L'Inter brilla e continua a vincere e divertirsi con un gioco convincente: "Brozovic dispensa calcio, va ad assecondare un Calhanoglu multitasking, trequartista e uomo ovunque, e nello spudorato dominio si prende l’estro di Perisic, poi ciò che aggiungono Sanchez e Gagliardini. La Salernitana è piegata su se stessa, forse da un bel po’, ha solo Ribery, costretto ad essere un solista, si scuote con alcuni cambi ma si appassisce rapidamente, perché l'Inter è troppo per lei e non c'è fonte di generosità alla quale abbeverarsi, neanche con Djuric e Gondo, con Schiavone che almeno sistema qualche tackle dove Kastanos aveva infilato debolezza", chiosa il quotidiano.

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