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Cabrini: “Raspadori in Nazionale? Mancini non sceglie a caso. Lo ha cercato perché…”

Cabrini: “Raspadori in Nazionale? Mancini non sceglie a caso. Lo ha cercato perché…”

Le parole dell'ex campione del mondo a proposito del giovane che tanto sta facendo parlare di sé in Italia

Daniele Vitiello

Giacomo Raspadori sta facendo parlare di sé. Il giovane attaccante del Sassuolo, finito anche nel mirino dell'Inter, farà parte dell'Italia di Mancini al prossimo Europeo. Un po' quello successe ad Antonio Cabrini con Bearzot nel 1978, come raccontato dall'ex difensore ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:

Quale può essere la condizione psicologica di un debuttante in Nazionale come Raspadori e cosa può dare in più al gruppo?

«Non c’è uno standard di atteggiament. Dipende anzitutto dal carattere di chi viene convocato, da come affronta la chiamata, ma anche da come viene aiutato ad inserirsi. Io ricordo che ero molto tranquillo, Bearzot mi chiese semplicemente di continuare a fare quello che avevo fatto in campionato, nulla di particolare, e immagino che Mancini farà lo stesso con Raspadori. Le pressioni ci sono, basta saperle “leggere”: del resto, se ti convocano vuol dire che hai qualità».

Conta più l’approccio di chi arriva o l’accoglienza del gruppo?

«Chiunque ha una opportunità del genere difficilmente sbaglia comportamenti e per quello che ho visto in questi tre anni, posso dire che entrare in questo gruppo creato da Mancini non è mai stato un problema praticamente per nessuno. Non vedo senatori, e neanche il rischio del classico stereotipo per cui non si considera abbastanza l’ultimo arrivato. Sono cose che non succedono più e questa mi sembra una squadra che ha in testa solo una cosa: fare un ottimo Europeo».

Quanto e come potranno aumentare le chance dell’Italia, con Raspadori?

«Mancini non sceglie mai a caso: tutte le sue decisioni, dunque anche le convocazioni, sono sempre state ponderate. Sicuramente l’ha visto spesso, l’ha fatto seguire dai suoi collaboratori: non lo ha chiamato a scatola chiusa. Ma soprattutto ha cercato un attaccante che potesse essere un’alternativa importante a quelli che aveva, un giocatore con caratteristiche e qualità diverse».

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