L'Asso-agenti è favorevole ai maxi ritiri considerandoli "un'ulteriore tutela sanitaria del calciatore. Come già del resto avviene nei ritiri pre-campionato". Piuttosto i procuratori fanno notare la differenza sulla "responsabilità penale attribuita al datore di lavoro che, nel calcio, si traduce in una responsabilità per i soli medici sportivi, collaboratori delle società. Una condizione assolutamente incomprensibile. In caso di contagio le aziende non sono obbligate a chiudere un ramo dell'impresa. Invece "le squadre sono obbligate a una quarantena di 15 giorni". In definitiva gli agenti, "nel rispetto delle tutele sanitarie", auspicano la ripresa dell'attività, partendo dal presupposto che "così ogni sacrificio sarebbe giustificato perché i calciatori - attori principali del sistema - non aiuteranno solo se stessi e la loro categoria, ma anche le migliaia di famiglie che vivono grazie al calcio e al suo indotto".
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Assoagenti: “Il maxi ritiro è un sacrificio necessario per ripartire”
La nota dell’A.I.A.C.S.
(Gazzetta dello Sport)
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