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Capello: “Il calcio italiano ha bisogno di stadi. La vittoria della Roma ridà speranza”

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Un gap da colmare, con una reazione che si è vista negli ultimi tempi, grazie anche alla vittoria in Conference League della Roma di Mourinho

Marco Macca

Un gap da colmare, con una reazione che si è vista negli ultimi tempi, grazie anche alla vittoria in Conference League della Roma di Josè Mourinho. Fabio Capello, intervistato da Il Messaggero, parla dello stato di salute del calcio italiano:

Capello: “Il calcio italiano ha bisogno di stadi. La vittoria della Roma ridà speranza”- immagine 2

E' stato appena riproposto il calendario della serie A, asimmetrico, ma stavolta con trecento vincoli.

«Avevo scoperto questa formula in Inghilterra. Non mi aveva turbato: era così da sempre e per me non c’erano problemi. Mi lascia perplesso il fatto che cerchiamo sempre di più di copiare gli inglesi. Capisco che la Premier sia il modello di riferimento, ma allora importiamo cose più importanti».

Gli stadi, ad esempio.

«Negli stadi abbiamo un handicap spaventoso del quale non riusciamo a liberarci. La burocrazia ci lega in tutti i modi: Roma, Milano, Firenze, il problema è generale, riguarda il sistema paese. Qualsiasi tentativo di migliorare e innovare si rivela impossibile. Ai tempi del settore giovanile del Milan mi scontrai con Comune, Provincia, Regioni e comitati di quartiere. Un muro invalicabile. La questione degli stadi è prioritaria: la ripresa economica del calcio dipende dagli impianti».

La Lega dice: la nostra serie A sta riscuotendo consensi.

«A livello calcistico qualche risultato negli ultimi tempi lo abbiamo ottenuto. Siamo stati campioni d’Europa, anche se poi abbiamo mancato la qualificazione al mondiale per la seconda volta di fila. Con la Roma abbiamo vinto una coppa ed è un segnale importante. A chi afferma che è la terza manifestazione europea, rispondo: sull’albo d’oro ci sarà scritto per sempre Roma, Italia. Qualcosa si sta muovendo, ma ora è importante non fermare quel venticello. Bisogna prendere decisioni sensate con una visione del futuro».

(Fonte: Il Messaggero)

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