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Cerruti: “Inter-Milan, il primo derby senza Corso e Prati: ora tocca a Kolarov e Ibrahimovic”

Il giornalista ricorda le due leggende di nerazzurri e rossoneri e sottolinea il passaggio dei testimoni e della maglia numero 11

Alessandro De Felice

Nella rubrica 'Tempi supplementari', il noto giornalista Alberto Cerruti presenta sulle colonne de' La Gazzetta dello Sport il derby di Milano in programma sabato a San Siro. Si tratta del primo Inter-Milan senza due leggendari numeri 11 dei due club, Corso e Prati:

"Comunque vada, sarà un derby diverso dagli altri. Prima di tutto perché sarà il primo, e speriamo anche l’ultimo, senza pubblico e senza coreografie nelle curve. Ma il prossimo sarà anche il primo derby con altri due “senza”. Il primo derby, cioè, senza due indimenticabili numeri 11 di un passato glorioso, per loro e le rispettive squadre: l’interista Mario (all’anagrafe) Corso ma per tutti semplicemente Mariolino, e il milanista Pierino (all’anagrafe) Prati, ma per gli amici soltanto Piero. Il destino ha voluto che se ne andassero insieme, Corso il 20 giugno, Prati due giorni dopo, come se volessero replicare in questo triste pareggio la stessa sequenza che un giorno fece esultare i loro tifosi. [...]

Altri tempi, che potrebbero tornare grazie ai nuovi titolari targati 11 di Inter e Milan che debutteranno con questi numeri nel derby. Aleksandar Kolarov, appena acquistato dalla Roma anche per battere le punizioni, non ha le caratteristiche di Corso, ma può coprire un vuoto in questa specialità che manca dai tempi di Sinisa Mihajlovic, guarda caso serbo come lui che aveva la stessa maglia numero 11, e in epoca più recente dall’anno del “triplete” quando era Wesley Sneijder l’uomo delle punizioni vincenti. Dall’altra parte ci sarà il nuovo numero 11 Zlatan Ibrahimovic, con sangue slavo come lui, perché nato da padre bosniaco e mamma croata e come Kolarov sempre pronto a calciare punizioni. Nemmeno lui era nato quando Corso e Prati illuminavano i derby di San Siro, ma come il grande Pierino, Ibrahimovic è capace di segnare da tutte le posizioni e per la verità con qualsiasi maglia, anche se con l’11 che aveva al suo debutto nel Milan dieci anni fa vinse subito lo scudetto, come Prati nel 1968".

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