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Cerruti: “Kovacic come Alvarez, Mancio non sbaglia giudizi. Rimpiangere WM? No ma…”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, ha analizzato il momento no dell’Inter: “Parto dai fischi degli interisti, prima illusi e poi delusi dal ritorno di Mancini. Nessuno, da Thohir a Moratti, immaginava...

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, ha analizzato il momento no dell'Inter: "Parto dai fischi degli interisti, prima illusi e poi delusi dal ritorno di Mancini. Nessuno, da Thohir a Moratti, immaginava che l’esonero di Mazzarri si rivelasse inutile, almeno per i risultati che fino a prova contraria determinano la classifica, con relativi risvolti economici. Qui non si tratta di rimpiangere Mazzarri,  ma di guardare in faccia la realtà senza lasciarsi condizionare dal fascino mediatico di Mancini o, in senso opposto, dal carattere più ruvido del suo predecessore. A parte il fatto che nelle prime otto giornate del girone di ritorno, contro gli stessi avversari quindi, l’Inter di Mancini ha ottenuto 11 punti, uno in meno dei 12 dell’Inter di Mazzarri nelle prime otto partite, la vera differenza è l’organico a disposizione dei due tecnici.

Malgrado le difficoltà, la società nerazzurra ha trovato altri milioni per un nuovo tecnico e quattro nuovi giocatori (Santon, Brozovic, Podolski e Shaqiri) con il dichiarato obiettivo di raggiungere il terzo posto con vista Champions, condizione indispensabile per rinforzare la squadra nella prossima stagione. Proprio questa doppia svolta, a livello tecnico e ambientale, aveva generato un entusiasmo che quattro mesi dopo si è rivelato eccessivo per lo stesso Mancini, la cui resa («forse sono stato troppo ottimista») è più preoccupante del pareggio col Cesena, come ha lasciato capire ieri Fabio Licari.

Questo peccato, di amore o di presunzione secondo i punti di vista, è il primo errore di Mancini da condividere però con tutti quelli che, prima di lui, hanno sopravvalutato la qualità di un organico in cui ci sono troppi giocatori con limiti tecnici e di personalità. Se l’Inter di Mancini è rimasta imbattuta in campionato soltanto in 3 partite su 16, con i vari Ranocchia, Juan Jesus, Vidic e Andreolli al centro, e ha incassato 3 reti sia a Glasgow sia a Wolfsburg, significa che il problema non è la difesa a tre o a quattro. Prendersela dopo con Carrizo, o con Mancini, è troppo facile visto che nessuno prima dell’1-3 in Germania aveva sollevato dubbi sulla scelta del tecnico.

Caso mai, ripensando ai ripetuti sbandamenti difensivi, si potrebbe eccepire sulla mancanza di equilibrio della squadra, troppo sbilanciata in avanti e quindi esposta al contropiede. E poi, passando dal generale al particolare, non bisogna dimenticare gli errori di valutazione sull’eterna promessa Kovacic, giustamente accantonato da Mancini, al quale è stato rinnovato il contratto fino al 2019 con la stessa fretta con cui era stato esaltato Alvarez. Perché Mancini può peccare di ottimismo in generale, ma non sbaglia mai il giudizio sui giocatori come ripete Capello. E allora, pensando al futuro, affiorano scomodi interrogativi. Se l’Inter non tornerà almeno in Europa League, come si troveranno altri soldi per puntare allo scudetto? E allora che cosa farà Mancini?".