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Cerruti: “Mancio top nel trovare campioni. Club colpevole: rinnova a WM e poi…”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerreti, prova a dire la sua sul momento negativo che sta attraversando l’Inter: “Come insegna la Juventus, che ha appena rivinto lo scudetto con un nuovo allenatore e con nuovi...

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerreti, prova a dire la sua sul momento negativo che sta attraversando l’Inter: “Come insegna la Juventus, che ha appena rivinto lo scudetto con un nuovo allenatore e con nuovi giocatori, la società è la base indispensabile di qualsiasi successo, perché è il presidente che sceglie i dirigenti e di conseguenza chi guida la squadra e chi la compone.

Moratti, come ha onestamente riconosciuto più tardi, ha sbagliato per eccessivo amore la gestione del dopo-triplete, che tra l’altro incominciò 5 anni fa esatti, la sera del 5 maggio 2010 con il successo in coppa Italia contro la Roma (gol di Milito). Thohir si è poi preoccupato più di risanare il bilancio che di rinforzare tecnicamente la società e la squadra. Uscito di scena Branca, sono rimasti Fassone e Ausilio, senza l’esperienza e la competenza di Oriali, sempre più rimpianto ex, e con l’obbligo di spendere il meno possibile, almeno finché c’era Mazzarri, che avrebbe preferito avere i vari Jovetic, Lamela, Lavezzi, Luiz Gustavo, Kolarov, Siqueira o almeno Rolando e Behrami e invece, da buon aziendalista, si era dovuto accontentare delle alternative «low cost» Medel, M’Vila, Vidic, Dodò e Osvaldo.

Mancini, invece, è riuscito ad avere in un colpo solo tre nazionali, Brozovic, Shaqiri e Podolski, più Santon e Felipe, anche se con il Chievo l’unico titolare era Brozovic. I risultati non sono migliorati, i fischi non sono diminuiti e l’Europa continua a essere lontana, a dimostrazione del fatto che nemmeno un allenatore amato come Mancini può fare miracoli se mancano i campioni, a cominciare dalla difesa. Se l’Inter è così malridotta i primi responsabili sono i dirigenti, che hanno rinnovato il contratto a Mazzarri senza garantirgli una squadra migliore ma poi non lo hanno difeso, spendendo altri soldi inutilmente per soddisfare i desideri di Mancini. S

fumato da tempo il terzo posto, che dopo l’esonero di Mazzarri era distante 5 punti mentre adesso è a 14, fuori dalla coppa Italia e dall’Europa League, in vista del futuro l’Inter dovrebbe rifondare interamente la difesa, cercando un uomo di personalità in mezzo al campo e un attaccante giovane da affiancare a Icardi.

Ma dove si troveranno i soldi per questi indispensabili innesti? Mancini ha assicurato che rimarrà e gli crediamo, con la speranza che avendo più tempo scelga i giocatori giusti, senza la fretta con cui ha fatto arrivare Podolski per esempio. Pochi sanno distinguere, come lui, i campioni dai buoni giocatori e questa è la prima garanzia per migliorare l’Inter. A patto che Mancini sia supportato dalla società, perché i miracoli non li fa nessuno e non basta parlare di scudetto per competere con la Juventus. Come dimostrano, loro malgrado, Roma e Napoli che dovevano contrastare la corsa della squadra di Allegri e invece sono costrette a soffrire per garantirsi un posto in Champions. “