L'addio di Antonio Conte al Tottenham era nell'aria da settimane, e non ha stupito più di tanto il mondo del calcio. Così scrive La Stampa: "Antonio Conte è fatto così: dà l'anima, ma se un progetto non lo convince più l'interrompe. E spesso consuma lo strappo sommando frecciate pubbliche a confronti privati. L'epilogo del rapporto con il Tottenham è un deja-vu, un concentrato di tensioni che né il comunicato asettico del club né il miele social del tecnico («Ringrazio profondamente tutti gli Spurs che hanno apprezzato e condiviso la mia passione e il mio intenso modo di vivere il calcio») cancellano".
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"In fondo tende sempre a prendersela con società che lo pagano lautamente e così il confine tra libertà e irriconoscenza s'assottiglia, soffiando anche sul sospetto di un allenatore vincente che però, se le cose non girano, non esita a scaricare le responsabilità. [...] Intanto si gode la famiglia, sacrificata a lungo in nome di un lavoro totalizzante, poi si guarderà attorno sperando in un ritorno in Serie A. Bisbigliano che l'Inter possa riabbracciarlo se dovesse separarsi da Inzaghi, mentre a Roma può sostituire Mourinho e lui spera un giorno di chiudere il cerchio alla Juve, ma al momento non ci sono basi. Certo chi lo ingaggerà, non avrà segreti: assumerà un allenatore vincente, un cultore del lavoro, un motivatore unico, ma anche un personaggio così sincero da diventare scomodo".
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