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Coronavirus, uno studio danese fa una rivelazione sugli attaccanti

I ricercatori dell'Aarhus University hanno analizzato 14 gare del campionato del loro paese e sono arrivati ad alcune conclusioni

Eva A. Provenzano

Uno studio danese sul calcio ha portato ad alcune conclusioni sul coronavirus. I ricercatori danesi dell'Aarhus University hanno preso in considerazione 14 gare della Superleague, il campionato del loro Paese, e hanno simulato la presenza di un giocatore positivo al Covid 19 e i suoi incroci con gli altri calciatori nel raggio di un metro e mezzo. Hanno scoperto così che quello dell'attaccante è il ruolo a più alto rischio di contagio.

L'esposizione al Coronavirus, in caso di un giocatore positivo in campo, è in media di un minuto e mezzo per ogni giocatore. L'attaccante invece resta esposto al contagio per due minuti. Simulando la positività al Covid 19 di due giocatori, lo studio afferma che ogni giocatore sarà esposto al virus per poco meno di tre minuti, se sono tre i positivi in campo si sale a 4 minuti e mezzo e così via. Lo studio spiega anche come dilettanti e giocatori dei settori giovanili abbiano meno probabilità di essere contagiati rispetto ai professionisti. È una questione di velocità e di vicinanza di gioco.

(Fonte: agenzia)

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