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CorSera – I tifosi di Inter come quelli di Milan e Roma. Tutti uniti contro le istituzioni…

Prima che l’arbitro fischi la fine, la Curva avrà insultato due volte il nome di Napoli. E lo speaker avrà minacciato tre volte la sospensione della partita. Di questi precetti vive il mondo del calcio. Gli interisti (con l’appoggio dei...

Francesco Parrone

Prima che l’arbitro fischi la fine, la Curva avrà insultato due volte il nome di Napoli. E lo speaker avrà minacciato tre volte la sospensione della partita. Di questi precetti vive il mondo del calcio. Gli interisti (con l’appoggio dei granata) imitano i milanisti che hanno imitato i romanisti venerdì. Tutti uniti, come da dichiarazione programmatica, contro le istituzioni sportive. Alle curve non sono bastate le nuove, più addolcite, norme sulla discriminazione territoriale.

Rivendicano la libertà di insultare, in nome dello sfottò da stadio. Ieri, a Torino, gli interisti hanno cantato il solito coro che associa Napoli al colera. Poi, dopo l’ennesimo richiamo dello speaker, si sono prodotti nell’autooffesa: «Un solo grido un solo allarme, Milano in fiamme. E ora sospendete la partita». Lo stesso spirito (e l’ironia non c’entra) che aveva spinto i napoletani a scrivere gli striscioni con gli stessi slogan contro Napoli. In attesa di capire come si pronuncerà il giudice sportivo Gianpaolo Tosel che dovrà applicare per la prima volta le nuove norme (al primo episodio potrebbe scattare solo un «cartellino giallo» con la condizionale), le società stanno reagendo. Dopo aver protestato contro le norme, a rischio discrezionalità (e aver visto recepite le loro rivendicazioni) ora marcano le distanze dagli ultrà, come aveva auspicato il presidente Figc Giancarlo Abete. «Noi siamo i danneggiati da chi viene allo stadio per cercare scientemente lo scontro», ripete Adriano Galliani.

Il Milan, che aveva visto sospesa la chiusura dello stadio, sta pensando di presentare denuncia contro ignoti, oltre a dividere la Curva Sud in tre mini settori. E visto che anche in curva sono tutti abbonati, grazie alle telecamere può non essere impossibile arrivare ai veri responsabili.