Trapattoni ha vinto il suo primo derby di Milano al terzo anno in nerazzurro; Mancini al secondo; Mourinho al primo (ma nella partita di ritorno). Mazzarri spera di abbreviare i tempi, perché l’Inter, in questo autunno malinconico (tre pareggi e la sconfitta la Napoli), avrebbe necessità di ritrovare il successo, e non soltanto perché staccherebbe il Milan di 12 punti. «Vincere stasera sarebbe una grande iniezione di fiducia, per tutti noi; se invece dovesse andare male, dovrò metterci del mio per aiutare la squadra a voltare pagina e a guardare avanti». Per centrare l’obiettivo, Mazzarri chiederà alla squadra «più attenzione e meno tensione. In certe zone del campo occorre essere freddi e razionali. L’ideale sarebbe giocare come domenica scorsa a Napoli, eliminando gli errori sulle ripartenze avversarie.
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CorSera – Inter, c’è la necessità di ritrovare il successo. Mazzarri chiederà …
Trapattoni ha vinto il suo primo derby di Milano al terzo anno in nerazzurro; Mancini al secondo; Mourinho al primo (ma nella partita di ritorno). Mazzarri spera di abbreviare i tempi, perché l’Inter, in questo autunno malinconico (tre pareggi...
Poi, per vincere il derby va bene anche un gol del portiere, però l’obiettivo è quello di giocare come sappiamo, puntando su un calcio propositivo, palla a terra e veloce; bisognerà mettere il cuore, perché una partita come questa lo richiede, ma non si può pensare che il derby sia soltanto una questione agonistica, perché le regole del calcio valgono sempre». Inter-Milan di stasera è una partita particolare per tanti motivi, anche perché il pallone di Milano in questa stagione di rivoluzione/riorganizzazione delle due società è nelle mani di due livornesi, che si stimano, ma non hanno mai dimostrato di essere amici (niente a che vedere con il Trap e Radice, che tornavano a casa insieme in auto da Torino, dopo la battaglia): «Ci siamo incontrati casualmente a San Siro, a metà novembre, la sera di Italia-Germania e ci siamo salutati; quando due allenatori fanno l’interesse della loro squadra, ci sono logiche per cui ognuno dei due difende il proprio lavoro e quello della squadra. È stato così anche con Mourinho, quando lui era in Italia».
Mazzarri, più sereno di altre vigilie (l’incontro di venerdì con il presidente Thohir gli ha fatto bene, perché gli ha fatto capire che la nuova società si fida di lui), affronta questo suo primo derby milanese, dopo l’esperienza del biennio genovese da sampdoriano, anche con curiosità: «Il derby ha un fascino particolare, ma cerco di pensarci il meno possibile fino a quando salirò le scalette per entrare in campo: solo allora, forse, capirò davvero fino in fondo che cosa sia il derby di Milano». La panchina nerazzurra ha indotto Mazzarri a riprendere a fumare (già in estate). È stato lui a confessarlo venerdì sera a Inter Channel, dopoché aveva smesso per otto mesi. Per ora non sono previsti ripensamenti, nemmeno se il derby dovesse andare bene per lui: «Nonmela sento di garantire nulla, perché se va bene fumi per rilassarti; se va male, lo fai perché sei arrabbiato». E poi non si può chiedere tutto e subito. All’Inter e anche a Mazzarri. «Fra un po’ riproverò a smettere».
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