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CorSera – Inter di nuovo in campo dopo sole 64 ore. Ed è possibile…

Vista dalla parte di Walter Mazzarri, la sfida di oggi con il Cagliari (per la terza volta si gioca a Trieste, come il 7aprile 2012 e il 14 aprile 2013) può diventare «una buccia di banana. La partita è difficile perché da noi lo sono tutte;...

Francesco Parrone

Vista dalla parte di Walter Mazzarri, la sfida di oggi con il Cagliari (per la terza volta si gioca a Trieste, come il 7aprile 2012 e il 14 aprile 2013) può diventare «una buccia di banana. La partita è difficile perché da noi lo sono tutte; in più il Cagliari ha uno degli allenatori più bravi del campionato. Lopez fa giocare molto bene la squadra e noi dovremo stare attentissimi», per continuare con il ritmo di queste cinque giornate, prima di trovare la Roma (5 ottobre). Tra i tanti problemi da risolvere in questa fase di ricostruzione, alla ricerca della competitività che era perduta, il tecnico deve fare i conti con la stravagante idea della Lega di far giocare l’Inter a meno di 72 ore di distanza dalla gara precedente.

Un limite indicato anche dai medici dello sport come l’intervallo minimo fra due partite ufficiali. L’Inter ha finito di giocare con la Fiorentina alle 22.38 di giovedì e deve tornare in campo alle 15 di oggi. In tutto 64 ore. Ha detto Mazzarri: «Non cerco alibi e so che noi dovremo fare una grande partita, ma si dovrebbe stare più attenti per fare le cose uguali per tutti. Avendo a disposizione meno di 72 ore per preparare la gara, nella rifinitura ho avuto solo tempo per dare due input alla squadra e niente più... È l’unica volta in cui non ho potuto nemmeno assegnare le maglie e non ho avuto neppure il tempo di parlare con tutti: ogni cosa è in alto mare fino a stamattina. Giovedì sera Jonathan era sfinito, Cambiasso, che è arrivato al top della condizione in un ruolo fondamentale per il mio sistema di gioco, aveva chiesto il cambio: aspetterò fino all’ultimo minuto per decidere se puntare su di lui oppure scegliere un’alternativa che mi sembra rappresentata da Kuzmanovic più ancora che da Taider. Anche Palacio e Alvarez erano stanchi. In più dovrò valutare altri aspetti, legati alla fase tattica. Non voglio protestare, perché ormai è successo e basta, ma vorrei in futuro più attenzione. Chi è preposto a far sì che il campionato sia il più regolare possibile, sia più equo. Noi siamo gli unici che giocano alle 15: sembra una sciocchezza ma per chi fa calcio davvero, sono importanti anche 7-8 ore in più, perché mi avrebbero permesso un leggero allenamento questa mattina».

Però Mazzarri dovrebbe sapere che la Lega predilige i posticipi al Nord in pieno inverno. Già quattro anni fa Guidolinaveva spiegato che scendere sotto il limite delle 72 ore era un rischio per l’incolumità dei giocatori, ma essendo un uomo di calcio (come Mazzarri), non era stato ascoltato. La situazione nerazzurra è così configurata: gioca Kovacic («è l’unica certezza»); Campagnaro, Cambiasso, Alvarez e Palacio sono a rischio; Jonathan dovrebbe lasciare il posto a Alvaro Pereira. Ma a Trieste può arrivare Moratti.