L’Inter il suo attico l’ha costruito in provincia, cementando il primato sulle spalle della «classe operaia». Dei 33 punti raccolti, i nerazzurri ne hanno portati via 26 alle medio-piccole. Solo 7 sono arrivati dagli scontri con Milan, Fiorentina, Juventus, Roma e Napoli. Mancini è uno Sceriffo di Nottingham senza pietà, vessa i poveri per ingrassare la cassa nerazzurra. Stasera al Friuli l’Inter può prendere la rincorsa e scappare, approfittando degli scontri diretti Napoli-Roma e Juventus-Fiorentina. «Ma quelli non cambiano molto la classifica, è talmente corta che le posizioni variano ogni domenica». Per gli altri però, perché l’Inter sta davanti da un po’ e ha perso lo scettro per appena una settimana, dopo il k.o. di Napoli assorbito in fretta. Il gioco comincia a vedersi, gli 1-0 così striminziti nella forma e opulenti nella sostanza sono riapparsi, e semmai l’unica preoccupazione sono i troppi cartellini rossi accumulati, già 5 in questa prima frazione di campionato. Se n’è accorto pure il presidente Erick Thohir. «Non è giusto finire in dieci tutte le partite. L’Inter rispetta gli arbitri, loro rispettino il gioco. Devono mantenere la partita divertente e corretta e non voler essere al centro dell’attenzione».
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CorSera: “L’obiettivo è battere l’Udinese per allungare. Il calendario sembra benevolo e…”
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Un’onda lunga ad amplificare le il ritornello di Mancini, polemico ogni fine gara con gli arbitri. Contro il Genoa la doppia ammonizione ha colpito D’Ambrosio, a Napoli toccò a Nagatomo e per l’occasione il tecnico nerazzurro regalò una citazione da annali: «Gli arbitri preferiscono espellere un giocatore piuttosto che portare a cena una bella donna». Una polemica sposata dall’allenatore del Napoli, Sarri: «Nicchi la smetta di dire che i fischietti italiani sono i migliori del mondo, non è così». A Udine l’Inter va a caccia di un doppio successo: finire la partita in undici, ma molto dipenderà dall’arbitro Massa che ha diretto i nerazzurri alla seconda giornata contro il Carpi, e vincerla per avvicinare un altro po’ l’obiettivo dichiarato di «qualificarsi in Champions League». Lo scudetto Mancini ce l’ha in testa e lo confessa apertamente parlando di «un torneo ormai assestato, dove le squadre oggi in testa lotteranno per il titolo».
La strada è lunga, ma nel calendario d’inverno l’Inter potrebbe non trovare ghiaccio. Contro l’Udinese di Colantuono, senza i due centrali Danilo e Felipe e deciso a riproporre Di Natale titolare, parte un ciclo da sfruttare: Udinese, Lazio, Empoli, Sassuolo, Atalanta e Carpi. Sei gare da capitalizzare, prima del derby con il Milan. L’Inter ha dimostrato di avere continuità in tutto: negli 1-0 (otto fin qui), nelle strisce positive (una da 5 vittorie e un’altra da 7 risultati utili) e nella difesa, la migliore del campionato con 9 gol subiti. Resta il nodo dell’attacco che una certa prolificità l’ha acquisita con il rifiorito Ljajic, confermato titolare. Mancini deve però recuperare bomber Icardi, lasciato a sedere con il Genoa e rilanciato stasera dall’inizio. «Sarà il nostro cannoniere, non ci sono problemi». Il capitano ha prodotto qualche scintilla, non si è mai acceso, e il tecnico fatica a trovare la soluzione per far intendere lui e Jovetic. Se ce la fa lo scudetto è più di un sogno.
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