Lo cerca, però sa bene di non averlo. Mancini chiede tempo per la sua nuova Inter, "perchè qui una volta ci ho messo anni per costruire una squadra vincente". Per Thohir è lui "l'acquisto più importante", ma il tecnico oggi è un parafulmine e protegge i nerazzurri, troppe volte inceneriti insieme alle speranze di rinascita. Sbagliare è probabilità nel mazzo delle incognite, non per questo una possibilità contemplata né ammessa. L'esordio di stasera a San Siro con l'Atalanta è un po' l'inaugurazione di una nuova casa, ricostruita dalle fondamenta e tutta da completare.
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CorSera – Mancini aspetta Perisic. I terzini sono due? In arrivo anche un mediano. Oggi…
Lo cerca, però sa bene di non averlo. Mancini chiede tempo per la sua nuova Inter, “perchè qui una volta ci ho messo anni per costruire una squadra vincente”. Per Thohir è lui “l’acquisto più importante”, ma il...
Mancini dice di non avere fretta e sogna di non poter arrivare allo scudetto, "perchè partiamo tutti da zero e in fondo siamo l' Inter, puntiamo al massimo". Ha per le mani un'incompiuta però, una squadra "oggi al 60% del suo potenziale", da definire dopo le partenze di Shaqiri e Kovacic, "non due errori di programmazione, ma cessioni imposte dal fair play finanziario fatte a malincuore".
Deve trovare un'anima l' Inter, un modulo, un trascinatore. Il precampionato è spesso solo un inganno, però con aspettative altissime è più facile credere agli occhi che alle promesse. Mancini è nocchiero navigato, vede la strada, regge le pressioni. Ma dice e sa dove aggiungere pesi. Attende l'arrivo del croato Ivan Perisic per completare l'attacco, di uno-due terzini e di un centrocampista, e bolla il mercato come "una seccatura, perchè tutti i tecnici vorrebbero avere le squadre già pronte all'inizio del ritiro".
Appoggia lì una sentenza interpretabile, a sottolineare le lungaggini di certe trattative e a giustificare un nornale periodo di adattamento. "il campionato si assesterà nelle prime 8-9 giornate e noi dovremo essere bravi a farci trovare lì, con le altre". Partire bene è cruciale per restare in scia e centrare in fondo l'obiettivo della qualificazione in Champions League. Il quadro va completato e Mancini per ora disegnerà un rombo in un centrocampo con il diamante Kondogbia. Sul francese l'allenatore scommette senza remore: "Diventerà uno dei centrocampisti più forti del mondo nel giro di qualche anno". Una certezza, in mezzo a più di un dubbio, soprattutto in difesa anche se Mancio riparte all'attacco. "Chi dice che non ritengo Montoya all'altezza? Ha bisogno solo di tempo, come pure Murillo e Miranda".
Contro il tempo una rincorsa continua. Il mercato si accavalla all'esordio in campionato, si mischia con la chimica da trovare e la condizione da raggiungere. L' Inter non è ancora partita e la si vede già in ritardo. Mancini dispensa pensieri diversi: "Siamo un'ottima squadra, competitiva. Dipende da noi". Dipende anche da mercato, perchè un messaggio Mancini lo manca chiaro alla società: "Io posso essere una garanzia, ma la garanzia di successo sono i giocatori che vanno in campo". O quelli che non vi vanno, perchè mai arrivati.
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