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CorSera – Torna Milito, torna la vittoria. Adesso le partite decisive…

Il giornalista Fabio Monti del Corriere della Sera, nell’edizione odierna analizza la vittoria nerazzurra avvenuta contro il Chievo Verona di Eugenio Corini: È tornato Milito e l’Inter è tornata a vincere. In fondo a una settimana nella...

Francesco Parrone

Il giornalista Fabio Monti del Corriere della Sera, nell'edizione odierna analizza la vittoria nerazzurra avvenuta contro il Chievo Verona di Eugenio Corini:

È tornato Milito e l’Inter è tornata a vincere. In fondo a una settimana nella quale era stato costretto a scendere in campo il presidente Moratti, dopo il disastro di Siena, tre gol (a uno) al Chievo hanno spinto i nerazzurri a un punto dal terzo posto, che vale il preliminare di Champions Laegue, e a staccare di due il Milan. La squadra di Corini, che pure aveva vinto in casa della Lazio, non è il Barcellona, però per Stramaccioni era fondamentale vincere, prima di iniziare una serie di gare decisive (domenica la Fiorentina, poi il Milan), e ha ottenuto quello che cercava, attraverso una gara intelligente, chiusa dopo 50 minuti sul 3-1 firmato da Milito.

Un infortunio alla caviglia di Kovacic ha dato via libera a un centrocampo di combattimento (Cambasso, Kuzmanovic e Gargano), alle spalle del tridente pesante, che è entrato subito in azione con il tiro di Cassano dopo 90’’: pallone finito sul palo, sulla testa di Puggioni e infine in rete. Ma il gol di Cassano, invece di dare forza all’Inter, ne ha frenato l’azione, perché la squadra di Stramaccioni, nella speranza di ripartire, ha consegnato il gioco al Chievo, che, muovendosi in serenità, vista la classifica rassicurante, ha preso in mano la partita. Già al 12’ avrebbe potuto pareggiare, con un colpo di testa di Acerbi, liberissimo in area, con il pallone uscito di centimetri. Al secondo tentativo, il Chievo ha trovato quello che cercava: cross di Jokic, testa di Rigoni, a due metri da Handanovic, e ancora più solo di Acerbi e palla in rete (21’).

L’Inter ha capito che, soltanto tenendo alto il ritmo, avrebbe potuto riprendere in mano la gara e ha cominciato a correre. Sfiorato il gol con Cambiasso, si è riportata in vantaggio nel giro di cinque minuti: angolo di Cassano, pallone morbido, difesa a zona del Chievo, Ranocchia bravo a saltare con i due piedi d’appoggio sul terzo tempo e a colpire di testa, bruciando Hetemaj e mandando il pallone nell’angolo (25’). Il merito dei nerazzurri, in questa fase, è stato quello di non fermarsi, ma di cercare il terzo gol, che avrebbe potuto arrivare sulla punizione di Gargano, con il pallone che è andato a sbattere sul palo (37’), ma il vantaggio ritrovato ha consentito agli interisti di gestire con maggiore serenità la gara, mentre dalla curva Nord sono partiti pessimi cori contro Balotelli, in stridente contrasto con lo spirito di tolleranza che ha ispirato il lavoro della società in questi 18 anni di presidenza morattiana.

I nerazzurri non hanno sbagliato la partenza nemmeno nella ripresa: Cambiasso, dopo cinque minuti, ha trovato in area Milito e il Principe, dopo un primo tempo di sacrificio per tenere la squadra corta, non ha sbagliato la conclusione per il nono gol in questo campionato (non segnava dal 9 dicembre, contro il Napoli), il quarto in carriera al Chievo, quello del ritorno in campo, dopo un’assenza di 47 giorni (a parte 6’ con il Pescara), per i guai al ginocchio.

Un minuto dopo, è stato Puggioni ad evitare il quarto gol interista, con doppio intervento su Palacio e Nagatomo, con l’attaccante che ha provato anche il tiro a giro. Questo per dire che l’Inter, liberata dal complesso di San Siro, ha continuato a giocare in velocità, approfittando anche del fatto che il Chievo è apparso fin troppo allegro in alcuni tocchi, con la conseguenza di lasciare spazi che si sarebbero potuti sfruttare meglio. Resta il fatto che la squadra ha recuperato il senso della pericolosità in attacco ogni volta che si è distesa. San Siro ha salutato con un’ovazione il ritorno in campo di Stankovic (per Cambiasso, staffetta fra uomini del triplete), che non giocava dal 2 maggio (a Parma). Il cartellino giallo, all’ultimo minuto, è il segno che è proprio tornato.