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Costacurta: “Serie A, playoff soluzione ideale. Fifa e Uefa dovevano agire prima. In Italia serve…”

L'ex difensore e vice-commissario della FIGC parla a tutto tondo del momento del calcio italiano e le soluzioni da poter adottare

Alessandro De Felice

L'ex calciatore e vice-commissario della FIGC, Alessandro Costacurta, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Libero in cui si è espresso sulle possibili soluzioni in vista di un ritorno in campo che appare sempre più lontano: "Sono pessimista. Non riesco a immaginare che si possa riprendere, nemmeno a porte chiuse: ci sarebbero comunque 22 persone in campo più gli staff in movimento. Spero di sbagliarmi, che la situazione migliori e si possa trovare una soluzione. Il problema è il 30 giugno. Riguardando le carte federali devo dire che è molto difficile ottenere una deroga. Non è impossibile, ma ci vuole una convergenza di intenti e decisioni che non ho mai visto nel calcio. Devono essere d’accordo tutti, sia a livello nazionale che internazionale, e muoversi sincronizzati: governi, leghe e federazioni di ogni paese assieme alla Fifa. Facciamo gli ottimisti: si può pensare di ripartire a giugno. Comunque tardi. Ecco perché suggerisco di rivalutare l’idea dei playoff: sono il modo migliore, se non l’unico, per portare a termine il torneo salvaguardando la competizione. Meglio che congelare la classifica e assegnare lo scudetto a calendario interrotto. Non avrebbe senso. Invece con i playoff, in pochi giorni, si legittimerebbe un vincitore".

MODELLO NBA - "Danno di 700 milioni? Quando ero commissario insistevo sul tema della autosostenibilità del calcio. Più che la A, è necessario salvaguardare le serie minori. Bisogna riprendere quella rotta: il calcio deve essere autosufficiente. Ora ne abbiamo la prova. E fa bene la Federazione a non chiedere al Governo contributi, ma solo sostegno: i soldi ora servono in altri settori. Litigheranno di nuovo in Lega? Mi auguro di no, soprattutto in questo momento. Ma temo che accadrà quando la situazione migliorerà. Il problema è il processo decisionale. A volte si fa fatica ad arrivare ad una conclusione. Il punto è evitare che chi comanda venga frenato. Come? Replicando il modello Nba. Cioè istituendo un uomo forte, competente e carismatico in grado di decidere nell’emergenza. Il commissioner, Adam Silver, in pochi minuti ha sospeso il torneo e nessuno ha fiatato. Noi ci abbiamo messo settimane. Il primo problema è culturale: nel calcio non siamo abituati a dare pieni poteri. Il secondo è organizzativo: questa persona va trovata e messa nelle condizioni di lavorare».

FIFA E UEFA - "Serviva un intervento più tempestivo e netto. Nell’emergenza bisogna mostrare vigore. Certe partite internazionali non andavano disputate, alcuni campionati si erano già fermati. Conosco Ceferin e Infantino, sono due decisionisti, per altro molto attenti. Per questo mi ha stupito l’approccio di Uefa e Fifa, ma fino ad un certo punto: sono due macchine governative lente e rigide. Se non sono intervenuti è perché non ne avevano la possibilità. Bisogna snellire i processi decisionali: a volte bisogna ragionare, altre intervenire subito".

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