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Crisi nella nazionale svizzera: Xhaka scrive una lettera, Shaq non si dà pace

Non c'è pace nella nazionale svizzera: prima Xhaka scrive una lettera al Kosovo sollevando un polverone, poi Shaqiri fa i capricci per le gerarchie di capitano

Sabine Bertagna

Sembra non esserci pace all'interno della nazionale svizzera. Qualche giorno fa Granit Xhaka aveva scritto una lettera indirizzata al Kosovo, nella quale spiegava i motivi per i quali aveva scelto di continuare a giocare per la nazionale svizzera (scusandosi con il popolo albanese). Una lettera scritta solo in albanese e non in tedesco, cosa che ha causato non poche irritazioni e una presa di posizione ufficiale da parte di Claudio Sulser (il delegato della Nazionale svizzera e superiore di Vladimir Petkovic).

Il campo di azione di Sulser contempla tutte le questioni delicate che potrebbero portare ad una crisi. E così dopo la lettera di Xhaka ecco un nuovo "caso", questa volta targato Shaqiri. L'ex nerazzurro non si dà pace. Xherdan continua ad essere stupito dal modo di fare di Petkovic. Shaq non capisce il motivo della sua esclusione dalle gerarchie di capitano. Sorpassato addirittura dal più giovane Granit Xhaka, che segue nella gerarchia Behrami e Lichtsteiner. Xherdan è in nazionale da molto più tempo di Granit e non si ritiene soddisfatto nemmeno di come Petkovic lo utilizza tatticamente. In un ruolo troppo difensivo per poter creare. Sulser ha capito la situazione, anche umanamente: "Io e Shaqiri siamo del segno della bilancia, siamo molto sensibili insomma." E per cercare di riparare all'ennesima crisi volerà in Inghilterra per avere un colloquio con Shaq. Bastone e carota per riportare la quiete.