Qualcuno ha sollevato in modo abbastanza inoppurtuno il tema del complotto contro il Napoli, a seguito della lite tra Sarri e Mancini martedì sera a Napoli. Ma dalle pagine di Repubblica Maurizio Crosetti non è d'accordo: «E non si agiti il fantasma del complotto, la fesseria della guerra al Napoli capolista che darebbe fastidio ai poteri forti: forte, fortissima è semmai la squadra di Maurizio Sarri, la migliore finora, la più bella e divertente. Giusto che sia in testa alla classifica. Ma questo non c’entra proprio nulla con le offese del suo allenatore, il quale tentando di aggiustare la cosa l’ha pure peggiorata. Non sono omofobo, ho amici gay, ha detto. Ottimo, ci mancava solo un “persino”. Non era un insulto omofobo, ha sentenziato il giudice sportivo, perché Mancini non è gay. Azzeccagarbugli non avrebbe fatto di meglio, ma si sa che Manzoni era un bieco nordista, probabilmente interista. Del resto, se un presidente federale parla di mangiabanane prima ancora di essere eletto, e dopo quasi due anni sta ancora lì, non penserete mica che la cultura sportiva italiana abbia fatto progressi? In questa metà campo si dileggiano le calciatrici (quattro lesbiche), gli ebrei (gente da tenere sotto controllo), gli omosessuali e nessun arbitro fischia. In Europa ci ridono dietro e non meritiamo di più. Poi, è anche vero che le parole hanno un peso e un senso: la vera squalifica di certi personaggi è quella che infliggono a loro stessi quando aprono incautamente la bocca».
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Crosetti (Repubblica): «Manzoni era interista, si sa. Del resto se un presidente federale…»
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