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Cruz: “Inter, quanti errori sul mercato. Marotta l’ideale per ripartire, su Spalletti…”

L'ex attaccante argentino parla alla vigilia di Inter-Bologna

Fabio Alampi

In vista di Inter-Bologna, in programma oggi alle 18 a San Siro, La Gazzetta dello Sport ha intervistato un doppio ex: l'ex attaccante argentino Julio Ricardo Cruz. "Mihajlovic? Mi ricordo quell'anno in cui decise di passare da giocatore a vice di Mancini... Un giorno, durante un'amichevole, io e altri lo prendemmo in giro: "Dai, vuoi entrare a giocare con noi?". E lui: "Mamma mia, ma perché ho deciso di smettere, perché... Rideva ma bolliva. Però già quando giocava, Sinisa aveva il carisma di quello che può insegnare, la forza persuasiva, la chiarezza. Io e lui, poi, eravamo praticamente amici di... pianerottolo. Come finisce? Magari uno a uno".

Cruz, che rapporto avete lei e Mihajlovic?

Di amicizia: l'altro giorno, appena saputa la notizia del suo ritorno a Bologna, gli ho mandato un sms. Mi ha risposto che sente di potercela fare. Se dice così, difficilmente sbaglia.

Perché amici di pianerottolo?

A Milano vivevamo nello stesso palazzo. E uscivamo insieme anche coi figli, che si sentono ancora oggi. Il suo Miro e il mio Juan Manuel che gioca nella Primavera del Banfield si messaggiano spesso: se poi Juan andasse al Bologna, e sarebbe un orgoglio, si potrebbero rivedere... A volte quando uscivamo solo con le mogli, lasciavamo i bambini in casa dell'altro. Un rapporto di fiducia.

E se il rapporto di fiducia Inter-Spalletti fosse in dissolvenza?

Ho sempre creduto in lui, Luciano è una persona che lavora tanto e bene. Ma l'Inter non cresce, ha sempre problemi.

L'ultimo: l'altra sera, quando poi l'Inter è finita k.o. in Coppa Italia, Antonio Conte si aggirava in Corso Vittorio...

Non so cosa succederà, ma Antonio ha dimostrato di essere un grandissimo calciatore e poi un grandissimo allenatore. Non è da tutti. Lui è il Guardiola, parlo di carriera, italiano.

Marotta è la persona giusta per riavviare l'Inter?

Sì: il curriculum dice tutto, è un uomo di calcio, la persona che mancava per dare la giusta disciplina. E si è visto subito.

E Sinisa per il Bologna?

Ha sempre quella espressione da sfida che conquista. Ed è maturato in questi 10 anni. Ha un grande pregio: ha principi forti. Ed è sempre chiaro su ciò che vuole.

Ok: un difetto?

Non ti lasciava mai battere una punizione... Sarà burbero, ruvido, una persona direttissima, ma tutt'altro che cattiva: insegna e sa voler bene.

Lei ha avuto Sinisa come compagno di squadra e poi come allenatore in seconda: aneddoti?

Il primo: io giocavo nel Bologna e lui nella Lazio, mi diede tante di quelle botte che arrivammo a un niente dal litigare. Quando ci rivedemmo alla Pinetina per la prima volta, fu un fiume di risate. Il secondo: mi ha fatto fare un sacco di gol. Mi diceva "Tu vai sul primo palo, appuntamento lì". E su punizione o calcio d'angolo mi faceva arrivare il pallone. Il terzo: se s'incazza, e in quel caso l'ho visto tante volte, lo fa per il bene del giocatore, in senso costruttivo.

Costruttivo dovrà esserlo il Bologna per non retrocedere e pure l'Inter per riattivarsi.

A Sinisa voglio bene, come a Bologna. L'altro giorno ho visto il video del nuovo stadio: Bologna non può andare in B. L'Inter? Ho sempre detto che deve essere, in automatico, l'antagonista della Juve: ma ogni anno non succede, da anni. Perché? Ho paura non prenda mai i giocatori giusti... Nainggolan? Ho vissuto anche Roma e posso dirlo: è diversa da Milano, questione di obiettivi impellenti...

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