Si muove come un marziano, non certo da presidente dell’Inter. Erick Thohir non solo ha sorpreso i tifosi nerazzurri, che mai più pensavano di trovarsi in una situazione simile, così deprimente, ma pare che abbia sconcertato gli stessi Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera, loro sì innamorati dell’Inter. Non si pretende che il magnate indonesiano sia spinto da sentimenti e motivazioni romantiche, ma in un’avventura societaria, come l’acquisto di una squadra di calcio, e l’Inter non è una squadra normale (si spera che Thohir abbia compreso che non può essere paragonata alla sua D.C. United), la passione dev’essere alla base di ogni azione. È la passione che ti porta a cercare di acquistare il campione, a far sognare i tifosi, e quelli dell’Inter sono sparsi in tutto il mondo. Solo questo spinge un presidenteimprenditore a mettere mano al libretto degli assegni (Moratti in 18 anni ha speso 1.500 milioni di euro): nessuna follia per carità, ma capire i problemi, quelli tecnici dell’Inter sono persino evidenti e ben chiari a Mazzarri, allenatore capace ma depresso pure lui, e cercare di risolverli.
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Dallera (CorSera): “Ma è l’indonesiano il vero proprietario della società nerazzurra?”
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Questo deve fare Thohir. Un modo, l’unico che si conosca, per colmare le tante lacune organizzative e societarie dell’Inter, è quello di ingaggiare un manager che lavori insieme a Thohir, ne capisca le volontà e la filosofia per passare dal pensiero all’azione. Perché finora Thohir non l’ha fatto? Perché non ha assunto un direttore generale, un «suo uomo» con pieni poteri, che possa dialogare con lui, con Mazzarri e con la squadra? Si sarebbe evitato di girare quel film comico, protagonisti (innocenti) Guarin-Vucinic, che ha giustamente infastidito la Juve e confuso i tifosi dell’Inter. E la super-valutazione di D’Ambrosio in scadenza di contratto a giugno. Le voci che girano su Thohir sono tante, troppe, nate fin dalla sua apparizione sul palcoscenico del calcio italiano. Per fermare questo fastidioso tam tam non c’è che una strada:fare davvero il presidente. Ma è lui il proprietario dell’Inter o l’esponente di punta di una cordata indonesiana più affollata di quanto si sapeva, che ne condiziona i movimenti in termini economici?
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