Il giornalista Tony Damascelli, nella rubrica 'Detto dopo' pubblicata nell'edizione odierna de Il Giornale mette in risalto le nuove leve dei tecnici di Serie A, a partire da Montella per finire da Andrea Stramaccioni. "La meglio gioventù? Sta in panchina, non in campo. Forse ci siamo, forse un po' di freschezza ci renderà più sani e reattivi. Dopo il caso Conte, campione d'Italia a 42 anni, o di Guardiola campione di tutto a 41 e Mourinho campione di molto a 47, ecco che nella nostra serie A il reparto montessoriano prende ad agitarsi: Vincenzino Montella scuote Firenze,a 38 anni ha una voglia pazza di dimostrare che Roma e Catania sono state i suoi esami di licenza elementare e media, ora con Della Valle e la Viola si fa sul serio,sempre che Jovetic resti al posto suo. Montella non spaccia football, ha esperienza e non le vende, non la esibisce, frequenta il calcio e lo insegna. Idem come sopra per Andrea Stramaccioni, di anni 36 ma con quella faccia un po' così da romano e migrato al nord, già"imparato" sulla metropoli,quella nerazzurra che ha ingoiato e respinto al mittente decine di colleghi suoi. Strama non ha un cognome da record ma per questo va rispettato e atteso, l'Inter sembra aver messo da parte l'album delle figurine e va sulla roba fresca. Uguale ragionamento per Ciro Ferrara, quello ripudiato da Blanc e la sua orchestra juventina, poi approdato con esiti felici nella Under21 e ritornato nel circuito vero con la Sampdoria,forse su segnalazione di Lippi che a Genova conserva amici ed estimatori. Di contro Roma si esalta, giustamente, per il ritorno nell'Urbe dell' oracolo boemo,Zeman non è giovane di anagrafe, essendo di anni 65,ma ha testa fresca,al meno per le idee di gioco che vorrebbe trasmettere alla squadra e che ancora faticano ad entrare in circolo. Sorprende soltanto che il suo dizionario, sempre asciutto,si sia aperto a un frasario contemporaneo: contrari e proponenti, sono due aggettivi sostantivati che dovrebbero significare la fase di difesa e quella di ispirazione.Vabbè. Trent'anni, dunque, dividono Stramaccioni da Zeman, trent'anni di football, di cronaca e di storia ma il totale, per il momento,parla a favore del pischello interista, così come gli esempi citati di Montella, Ferrara,Conte ai quali si potrebbero, uso il condizionale,aggiungere quelli di Di Carlo,48 anni spesso e ingiustamente trascurato, e di Donadoni che alla stessa età vanta già un passato da cittì azzurro. Il totale non è da Villa Arzilla ma nemmeno da asilo Mariuccia, fatta eccezione per il caso di Andrea Stramaccioni che ha il privilegio di essere più giovane del capitano Zanetti, a conferma dell'assunto iniziale: in Italia si rischia maggiormente con un giovane allenatore che con un giovane calciatore, a meno che questo non sia straniero. L'importante è non cadere nella trappola della nouvelle cuisine, nell'accademia del nulla però ben detto,degli affabulatori di ripartenze, diagonali e densità. Si vada sul pratico,unito possibilmente al bello. Questo è il profumo della prima giornata, l'happy hour di un giuoco che speriamo veloce non soltanto nella corsa e nella linguaccia di alcuni dicitori. Poi il campo,come sempre, darà il verdetto e i presidenti provvederanno a smentirsi. Dunque,alla prossima".
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Damascelli: “L’Inter adesso va sulla roba fresca. Strama va rispettato…”
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