Su La Stampa di oggi, intervista interessante a Pasquale De Lise, presidente emerito del Consiglio di Stato, che è il presidente della Commissione di Garanzia della giustizia sportiva della Federcalcio, l’organismo più sinteticamente definito il Csm del calcio italiano. Lo scenario è fosco: Procure della Repubblica al lavoro, calcio nella bufera, un mondo impreparato a difendersi con le proprie armi. L'impegno è quello di cambiare gli strumenti che oggi appaiono in qualche caso inadeguati.«Tutto è perfettibile, ogni cosa è migliorabile, ma non vedo al momento altri sistemi se non quelli che guidano oggi la giustizia sportiva. Qualche criticità è fisiologica, così come qualche errore umano, ma nel suo complesso la giustizia sportiva, che ricordiamo è una giustizia cosiddetta domestica, funziona. L’ordinamento è soggetto alla vigilanza del Coni e quindi anche del Comitato Olimpico Internazionale: all’interno della commissioni o delle corti federali si impegnano persone preparate e, soprattutto, degne moralmente. Ripeto, qualche riflessione è giusto farla, ma mi sentirei di dire che, seppur con qualche riforma, altri sistemi al posto di quello attuale non li vedo».
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De Lise: «Tutto si migliora, ma la giustizia sportiva italiana…»
Su La Stampa di oggi, intervista interessante a Pasquale De Lise, presidente emerito del Consiglio di Stato, che è il presidente della Commissione di Garanzia della giustizia sportiva della Federcalcio, l’organismo più sinteticamente definito...
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