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De Luca: “Dopo la fatal Verona ecco la fatal Novara. Le rimonte…”

Massimo De Luca, nel suo spazio su Il Corriere della Sera, ha commentato così la sconfitta dell’Inter contro il Novara: “La giornata di campionato in formato bonsai (mai vista una domenica con tre partite) costringe anche ad...

Alessandro De Felice

Massimo De Luca, nel suo spazio su Il Corriere della Sera, ha commentato così la sconfitta dell'Inter contro il Novara: "La giornata di campionato in formato bonsai (mai vista una domenica con tre partite) costringe anche ad aggiornare il lessico calcistico. Adesso alla fatal Verona milanista si deve aggiungere la fatal Novara interista. Da Novara a Novara, infatti, si è chiuso definitivamente il cerchio della crisi nerazzurra. Il 3-1 in trasferta dell’andata aveva impallinato Gasperini; l’ 1-0 in casa del ritorno archivia la rinascita firmata Ranieri, già destabilizzata dalle sconfitte con Roma e Lecce come dal 4 a 4 col Palermo.Ora è impervio il cammino verso la Champions e oscuro il futuro del tecnico. C’è stato, finalmente, un ottimo Snejider, che ha tentato di caricarsi sulle spalle la squadra; ma non è bastato. Né può bastare appellarsi a una traversa o a un rigore non dato. Non ha pagato la prudenza iniziale, con Milito unica punta vera, ma nemmeno la spregiudicatezza finale, con quattro attaccanti in campo. Era, quest’ultima, la tipica carta-Mourinho, da giocare nell’ora della disperazione. Ma quel furore dei tempi di Mou è ormai svanito: e con esso, è svanita, non da oggi, l’Inter del triplete. Le grandi rimonte in classifica hanno effetto, per solito, solo se concentrate nella fase finale della stagione. Sembrerà paradossale, ma personalmente sostengo da tempo che è più facile recuperare 7 punti di svantaggio a 7-8 giornate dalla fine che a metà campionato. Ci riuscì il Milan di Zaccheroni nel ’99, con 21 punti nelle ultime 7, e l’anno dopo la Lazio di Erikson recuperando un -9 a 8 turni dalla fine (anche se fu decisiva l’assurda partita Perugia-Juve giocata a rate sotto il diluvio). Salì in serie A nel ’96 il Bologna di Ulivieri con 7 vittorie consecutive, quelle durante le quali il buon Renzo continuò a indossare uno scaramantico cappotto anche in giugno. Una ragione c’è: se si rimonta nel finale, non si fa in tempo a tornare in crisi (come sta succedendo all’Inter dopo le 7 vittorie a cavallo delle Feste) e, contemporaneamente, non si consente a chi era davanti di riorganizzarsi e riprendere il cammino. Per questo, dal canto mio, sono stato sempre cauto sulle possibilità di reinserimento dell’Inter in zona-scudetto, anche quando travolgeva ogni ostacolo.La condanna a vincere può funzionare nel breve, non nel lungo periodo. Adesso all’Inter ritorna l’ora dei problemi e delle tensioni] La giornata di campionato in formato bonsai (mai vista una domenica con tre partite) costringe anche ad aggiornare il lessico calcistico. Adesso alla fatal Verona milanista si deve aggiungere la fatal Novara interista. Da Novara a Novara, infatti, si è chiuso definitivamente il cerchio della crisi nerazzurra. Il 3-1 in trasferta dell'andata aveva impallinato Gasperini; l' 1-0 in casa del ritorno archivia la rinascita firmata Ranieri, già destabilizzata dalle sconfitte con Roma e Lecce come dal 4 a 4 col Palermo.Ora è impervio il cammino verso la Champions e oscuro il futuro del tecnico.

C'è stato, finalmente, un ottimo Snejider, che ha tentato di caricarsi sulle spalle la squadra; ma non è bastato. Né può bastare appellarsi a una traversa o a un rigore non dato. Non ha pagato la prudenza iniziale, con Milito unica punta vera, ma nemmeno la spregiudicatezza finale, con quattro attaccanti in campo. Era, quest'ultima, la tipica carta-Mourinho, da giocare nell'ora della disperazione. Ma quel furore dei tempi di Mou è ormai svanito: e con esso, è svanita, non da oggi, l'Inter del triplete.

Le grandi rimonte in classifica hanno effetto, per solito, solo se concentrate nella fase finale della stagione. Sembrerà paradossale, ma personalmente sostengo da tempo che è più facile recuperare 7 punti di svantaggio a 7-8 giornate dalla fine che a metà campionato. Ci riuscì il Milan di Zaccheroni nel '99, con 21 punti nelle ultime 7, e l'anno dopo la Lazio di Erikson recuperando un -9 a 8 turni dalla fine (anche se fu decisiva l'assurda partita Perugia-Juve giocata a rate sotto il diluvio). Salì in serie A nel '96 il Bologna di Ulivieri con 7 vittorie consecutive, quelle durante le quali il buon Renzo continuò a indossare uno scaramantico cappotto anche in giugno. Una ragione c'è: se si rimonta nel finale, non si fa in tempo a tornare in crisi (come sta succedendo all'Inter dopo le 7 vittorie a cavallo delle Feste) e, contemporaneamente, non si consente a chi era davanti di riorganizzarsi e riprendere il cammino. Per questo, dal canto mio, sono stato sempre cauto sulle possibilità di reinserimento dell'Inter in zona-scudetto, anche quando travolgeva ogni ostacolo.La condanna a vincere può funzionare nel breve, non nel lungo periodo. Adesso all'Inter ritorna l'ora dei problemi e delle tensioni"