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Di Gregorio: “Onana? Prendere l’eredità di un campione come Handa non sarà facile per nessuno”

Michele Di Gregorio, Monza

Di Gregorio, poi, parla anche del suo futuro: "Sto bene a Monza, punto alla promozione in A e poi vediamo con l'Inter"

Matteo Pifferi

Michele Di Gregorio, portiere titolare del Monza ma in prestito con diritto di riscatto, controriscatto e obbligo (in caso di Serie A dei brianzoli) dall'Inter, ha parlato così a Tuttosport anche del suo futuro:

«Le aspettative sono alte. Il blasone di questa società le impone e anche quello che è stato fatto lo scorso anno mette ulteriormente pressione. La classifica rispecchia un campionato molto combattuto e siamo dieci squadre dentro sei punti, è tutto ancora aperto ed è anche sinonimo di un campionato molto difficile».

Il Monza l’ha rivoluta in prestito con obbligo di riscatto. A che punto sente che è arrivata la sua maturazione?

«Ogni anno fatto fuori dal settore giovanile dell’Inter mi ha lasciato qualcosa, sia a livello tecnico sia umano. Il percorso è quello giusto passando da Renate, dove mi sono accorto che il calcio professionistico è una cosa diversa dal settore giovanile. Ti approcci con necessità diverse e con persone più grandi di te. Fai i conti con la classifica in maniera importante. Poi a Novara avevamo addosso grandi aspettative perché dovevamo vincere. A Pordenone sono cresciuto tantissimo mentre a Monza sto vivendo degli anni con delle aspettative mai vissute prima. Bisogna essere sempre concentrati e gestire bene i momenti. Fa tutto parte di un percorso e rifarei tutte le scelte che ho fatto fino ad ora».

Serie A con il Monza o con l’Inter il prossimo anno?

«Ad oggi a Monza mi trovo benissimo. Il gruppo è incredibile, disposto al sacrificio ad aiutarsi. Conquistare la massima serie qui sarebbe un traguardo grandissimo e storico. Facciamo così: prima andiamo in A con il Monza e poi vediamo il da farsi anche se la formula del mio trasferimento parla chiaro (ride ndr). Va detto che sono due società importantissime. È difficile scegliere».

Come vive, da fuori, le polemiche su Handanovic e come vede Radu o Onana come possibili suoi sostituti un domani?

«Io e Radu siamo stati compagni di squadra all’Inter e abbiamo tutt’ora un ottimo rapporto. Ho seguito la sua crescita sia ad Avellino sia al Genoa e ha dimostrato di avere grandi qualità. Però va detta una cosa: prendere l’eredità di un campione come Handanovic non sarà facile per nessuno. Che sia Radu, Onana, Di Gregorio o altri. Perché non c’è solo la parte tecnica, dove uno può essere più o meno forte, ma c’è un discorso anche psicologico che non è per nulla facile perché quando difendi i pali dell’Inter devi essere sempre al top in ogni partita, visto che lì si lotta per vincere sempre. Radu può starci alla grande, ma penso che poi ci penserà la società a scegliere con cura chi dovrà prendere il posto di Samir».

Quanto le fa piacere avere la stima, da anni, di due dirigenti come Ausilio e Galliani?

«Parliamo di persone che sanno parecchio di calcio. Sono due dirigenti molto importanti e mi rende orgoglioso il fatto che mi abbiano seguito così da vicino e che mi stimino così tanto. Questa fiducia è quel qualcosa che mi ha spinto a dare sempre di più in ogni allenamento e a dimostrargli che avevano fatto bene a puntare su di me. L’Inter me lo ha dimostrato tenendo sempre il mio cartellino di sua proprietà, il Monza mettendo una formula importante. Quando Galliani mi ha chiamato questa estate, gli ho detto subito di sì. Non voglio farlo pentire di questa sua scelta».

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