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Garlando: “Milan-Inter da titolo: chi vince, psicologicamente svolta. Dzeko…”

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Lungo editoriale di Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport: il giornalista ha presentato così il derby Milan-Inter

Matteo Pifferi

Lungo editoriale di Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport: il giornalista ha presentato così il derby Milan-Inter, match già decisivo per l'andamento del campionato.

"Cominciamo col dire che l’ultimo derby di Milano con lo scudetto in campo dista 9 anni: Inter-Milan 4-2, 6 maggio 2012. Lo portava sulla maglia il Milan. Ora lo porta sul petto l’Inter e affronta i rossoneri primi in classifica col Napoli. Insomma, stiamo per vivere il derby dell’orgoglio ritrovato. Il Milan ci arriva sull’onda di un inizio record: 10 vittorie nelle prime 11 giornate, con il solo pareggio di Torino contro la Juve. Una sgasata che non riusciva al Diavolo dal 1954-55. In panchina c’era l’ungherese Bela Guttmann e a fine stagione arrivò lo scudetto. L’Inter si presenta con 7 punti in meno, ma la sensazione è che il turno infrasettimanale di Champions League abbia ristretto la forbice. Il Milan ha ulteriormente compromesso le proprie possibilità di qualificazione con il sofferto pareggio casalingo contro il Porto che non ha dato seguito all’ottima prova di Roma. Al contrario, l’Inter, dopo gli autoritari successi su Empoli e Udinese, con altrettanti clean sheet, si è confermata a Tiraspol con la dominante prestazione contro lo Sheriff (3-1) che ha gonfiato le percentuali di qualificazione agli ottavi e rafforzato la sensazione di una squadra in crescita".

"Non ci aspettiamo di vedere in campo la luce di 7 punti che separa le due barche in classifica. Ci aspettiamo una partita equilibrata e combattuta, ma non logoranti attese da trincea. Ci aspettiamo un derby spettacolare, giocato correndo in avanti da due tecnici che amano imporre il gioco, a loro modo; che vantano un possesso medio oltre il 53% e un baricentro oltre i 50 metri. Ci aspettiamo gol dalle due squadre che finora hanno segnato di più: 28 gol l’Inter, 25 il Milan. Ci aspettiamo divertimento in una cornice tornata degna della stracittadina: 57.000 anime. Diamo un’occhiata alle due metà campo per intuire che cosa può succedere. All’attacco dell’Inter, il migliore della Serie A, Pioli oppone una retroguardia (10 gol subiti) seconda solo al Napoli (3). Kjaer a Roma è stato impressionante per tempismo e pulizia di tackle. Poderosa l’assenza a sinistra di Hernandez. È stato la colonna del primo Milan di Pioli che poi ha riequilibrato la spinta dando sempre più spazio a Calabria, ottimo a Roma. Inzaghi ha visto che il Milan ha infierito all’Olimpico contro una squadra che si ritirava e invece ha sofferto il pressing del Porto. La fase offensiva dei nerazzurri comincerà da questa pressione, poi si aprirà un nuovo mondo: quello di Lukaku non c’è più. Negli ultimi 4 derby di campionato il belga è sempre andato a segno: 5 reti. La palla addosso a Big Rom, specie in area, è stata un’idea che il Diavolo ha sofferto terribilmente. Dzeko fa altre cose, non necessariamente peggiori. Innanzitutto non aspira tutti i palloni e rende più imprevedibile la manovra di Inzaghi. E poi, chiamandosi fuori dall’area, come farà anche Ibra, in posizione di pivot, giocherà di sponda per mandare in porta gli incursori. Alternativa al pressing e all’attacco di gruppo palleggiato, sarà la ripartenza tempestiva. Il Milan, come visto a Roma, muove spesso i terzini anche per corsie centrali e arriva a schierare una falange offensiva di sei uomini. Non sempre la transizione difensiva è semplice e immediata. Inzaghi proverà a sorprendere il Diavolo in mezzo al guado, con le gambe veloci di Barella e Perisic, soprattutto. Il lancio lungo in diagonale sinistra-destra di Bastoni che, una stagione fa mandò in rete Barella contro la Juve, potrebbe essere una chiave. Tonali vigilerà: bello il derby aerobico dei due talentini azzurri. Krunic (preferito al convalescente Diaz) presserà la prima impostazione di Brozovic e Kessie schermerà il secondo polmone creativo: Calhanoglu. Gli esterni dovranno pareggiare la superiorità numerica di Inzaghi in mediana.

Milan

"Il Milan si appoggerà a Ibrahimovic che, come a Roma, alternerà l’attacco alla profondità alla regia offensiva nelle zolle del trequartista. In quel derby di 9 anni fa Zlatan aveva lo scudetto sulla maglia, segnò 2 gol e vinse la classifica cannonieri. Negli ultimi 3 derby ha segnato 3 gol. Come il Milan con Lukaku, così l’Inter ha sempre faticato a contenerlo. Pioli punterà ancora forte sulla manovra collettiva, che è la vera forza del Milan: poche altre squadre tengono così attivi 10 uomini su 10 nelle due fasi. Leao, se riesce a scivolare alle spalle di Darmian e trovare spazio a lato della difesa a 3, può diventare un fattore. Riassumendo: il Milan ha la forza del gioco e la fiducia dei numeri: 7 punti di vantaggio, 15 partite utili in campionato. L’Inter è più fisica, ha opzioni più pesanti in panca (Correa, Sanchez) e più esperienza, che in queste notti pesa: Bastoni e Barella campioni d’Europa, Brozo e Perisic finalisti mondiali. All’11a d’andata non esistono partite decisive. Ma tra un distacco di 4 punti e uno di 10 cambia il mondo. Chi vince, psicologicamente svolta. Anche per questo, sarà un gran derby".

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